Vercelli
29 Dicembre 2025 11:52
Ore 8:30 di una mattina di dicembre Si parte. Un autobus, una classe, la 4^F C.A.T. dell’I.I.S. Cavour, e una destinazione precisa: Varallo, sede operativa della Bertini S.r.l., dove l’edilizia non è solo un concetto astratto ma un meccanismo che gira, macina e costruisce. Un’ora di viaggio e poi le porte si aprono: non quelle di un cantiere qualsiasi, ma di una vera e propria macchina organizzativa.

Negli uffici arriva subito il biglietto da visita dell’azienda: Bertini si muove da general contractor, una regia unica che segue tutto, dal progetto alla manutenzione finale. Nessun passaggio lasciato al caso, nessuna fase affidata all’improvvisazione. Qualità, sicurezza e attenzione all’ambiente non sono slogan, ma certificazioni appese al muro e procedure messe in pratica ogni giorno.
I numeri e le parole lasciano presto spazio ai fatti. Dai cantieri civili agli interventi infrastrutturali più delicati, il portfolio è ampio e ambizioso: abitazioni, hotel, strutture turistiche in quota. E poi opere che richiedono mano ferma e testa fredda, come la Via dell’Amore alle Cinque Terre o gli impianti di risalita in pieno contesto montano. Qui costruire significa adattarsi, spesso sfidare il territorio.
Casco in testa e giubbotto catarifrangente addosso: si entra nel cuore operativo dell’azienda. La sede logistica è una piccola città del costruire, fatta di aree funzionali e spazi dedicati a ogni fase del lavoro. All’esterno, piazzali ordinati ospitano materiali di ogni tipo: ponteggi, casseforme, tubazioni, murature su bancali, fino a componenti speciali come i plinti prefabbricati per impianti fotovoltaici. Spicca anche un campione di muratura in calcestruzzo rivestita in pietra, prova concreta di come tecnica ed estetica possano convivere.
Non mancano i muscoli della Bertini: benne da escavatore, spargisale, frese da neve. Mezzi pronti a entrare in azione, soprattutto quando il lavoro si fa stagionale e il territorio chiede interventi rapidi.
Il tour prosegue all’impianto di produzione del calcestruzzo, un Euromecc EURO 4VCE. Qui la materia prima diventa struttura. Quattro vasche di stoccaggio, sistemi di dosaggio precisi, nastri trasportatori che non si fermano mai. Tutto è controllato da una cabina di comando, da cui l’operatore governa il processo e coordina il carico delle autobetoniere, sotto gli occhi attenti dei visitatori.
Attorno, l’organizzazione continua: un capannone per lo stoccaggio del sale, un’officina per la manutenzione dei mezzi e vasche per il recupero dell’acqua sporca, che nulla va sprecato e tutto viene riutilizzato.

Poco più in là, gli aggregati aspettano il loro turno. Sabbione, ghiaietto di varie pezzature, materiale selezionato e catalogato. Dal fiume Sesia arrivano le rocce, prelevate, frantumate e vagliate con precisione industriale. Ogni granulo ha una destinazione, ogni passaggio una funzione.
A fare da garante finale c’è il laboratorio qualità: piccolo nelle dimensioni, decisivo nel ruolo. Una pressa idraulica mette alla prova il calcestruzzo, testando la resistenza dei provini direttamente dai cantieri. Anche i ferri d’armatura vengono controllati, perché qui nulla viene lasciato alla fiducia cieca.
Verso le 12:40 il cerchio si chiude. Zaini recuperati, saluti di rito e ritorno all’Istituto Cavour. La sensazione, però, è quella di aver visto qualcosa che va oltre una semplice visita aziendale: un sistema complesso, organizzato, dove ogni dettaglio conta e dove il cemento, prima ancora di indurirsi, è già pensato.
Ufficio Stampa I.I.S Cavour


Copyright © 2020 FONDAZIONE LA SESIA via Quintino Sella 30, 13100 Vercelli Reg. Imprese VC C.F. 00146700026 - P.IVA IT 00146700026 - R.E.A. VC44243
Powered by Miles 33
Commenti
Condividi le tue opinioni su La Sesia