Nodo antidiscriminazioni della Provincia di Vercelli
28 Novembre 2025 15:45
Il 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne: parlare di violenza è complesso perché le forme di violenza sono molte non solo fisiche ma psicologiche ed economiche.

Le stesse violenze fisiche poi possono essere di natura sessuale: vanno dalle molestie, agli stupri , agli abusi, allo stalking, e poi al revenge porn ossia la condivisione di materiale pornografico senza il consenso della persona ritratta per nuocerle,
Confrontando i dati del 2025 con quelli del 2014, emerge un aumento significativo delle violenze subite dalle giovanissime, in particolare le violenze di natura sessuale, in questo caso commesse da uomini non partner: le giovanissime sono le donne più a rischio.
Abbiamo adolescenti con due vite parallele: quella reale bravi studenti educati e quella virtuale dove i genitori devono spiare i figli sulla cronologia per vedere che visitano siti pornografici devianti, con dei modelli che vedono le donne senza dignità e personalità e dove i messaggi inviati dalle serie televisive sul sessismo degli adolescenti, il culto degli influencer maschilisti che non corrispondono alla realtà.
Tanti segnali rilevano che le nuove generazioni di maschi considerano l’odio per le “femmine” un elemento necessario per definirsi veramente uomini. Smania di controllo su amiche e fidanzate generata da smartphone e social che portano molti a non vivere mai la frustrazione di non poter essere costantemente con l’altra e quindi non accettare un no come risposta. Mai come oggi l’educazione di genere è stata indispensabile, anche e proprio per decostruire la narrazione dei ruoli fatta dall’universo pornografico. Dove i corpi vengono oggettificati e i contenuti sono sempre più violenti.
Vivere le emozioni, i sentimenti, usare le parole, formare all’amore.
Su questi temi c’è un silenzio enorme: mentre per le ragazze ci sono tantissimi testi sulla loro educazione emotiva, affettiva e sessuale nel passaggio in preadolescenza, adolescenza, per i ragazzi ce ne sono un paio: se tuo figlio non lo legge, lo devi leggere tu papà, devi sapere quali sono le parole che l'adulto deve avere in mente e che vorrebbe che il figlio scrivesse dentro di sé, perché se tu adulto non le sai e quindi non le pensi, questo diventa una cosa che è proprio non trasmissibile, perché non c'è dentro alla relazione educativa, se non sai cos'è, se non sai com'è, se non sai di che cosa è fatta, non avverrà mai.
Sul tema poi della prevenzione della violenza di genere, noi continuiamo a dire ai maschi cosa non devono essere, ma non c'è nessun approccio che dice ai maschi cosa significa essere bene, essere adeguati dentro a una relazione intima, affettiva e sessuale. Il vero cambiamento lo avremo raggiunto quando un uomo dirà a un altro: "Non puoi farlo, non puoi trattarla così” perché dobbiamo rompere il silenzio maschile, un terreno ancora fertile su cui cresce la violenza. Dobbiamo far rinsecchire, estirpare quella pianta e per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti gli uomini, loro devono riconoscere il maltrattante, prima di tutto per aiutarlo a cambiare e come ultima ratio per denunciarlo.
La violenza non riguarda solo chi la subisce o chi la esercita. E’ un problema che tocca ognuno di noi e solo riconoscendolo come tale possiamo costruire una società più giusta.
Lella Bassignana
Referente del Nodo Antidiscriminazioni
della Provincia di Vercelli
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