vercelli
26 Ottobre 2025 19:57
«Femminicidio: reato necessario o mero proclama politico? La recente proposta di riforma tra luci e ombre». Questo il titolo della relazione tenuta dall’Avvocato penalista Federico Pizzamiglio al Rotary Sant’Andrea Vercelli, presieduto da Gianluigi Pollone. Durante la serata del 15 ottobre è stata approfondita la complessità del fenomeno, che coinvolge non solo il diritto penale (in questo momento il DDL è al vaglio della Camera, con la discussione in assemblea prevista a novembre), ma anche la sfera sociale e culturale. A introdurre l'ospite è stato il Presidente Pollone, illustrando il curriculum dell'Avvocato: laureato con lode e dignità di menzione in Giurisprudenza all’Università di Torino, Pizzamiglio esercita la professione di avvocato penalista. Ha inoltre conseguito il certificato di idoneità per l’iscrizione all’Elenco Unico dei Difensori d’Ufficio presso il Tribunale di Vercelli e a quello dei Difensori in Materia Penale Minorile presso il Tribunale per i minorenni di Torino.

Dopo la presentazione del suo percorso accademico e professionale, l’Avvocato Pizzamiglio ha preso la parola, analizzando con approccio chiaro e documentato l’evoluzione del termine e del reato “femminicidio”. “Inizialmente nasce come fenomeno socioculturale, ma non come concetto giuridico. Il diritto interviene successivamente, per regolamentare ciò che avviene nella realtà sociale” ha spiegato il relatore. Pizzamiglio ha ricordato che il termine affonda le sue radici nell’Ottocento per indicare gli omicidi di donne, ma ha assunto l’attuale connotazione di “omicidio di una donna in quanto donna” solo nella seconda metà del Novecento con gli studi della sociologa sudafricana Diana Russell. Grazie all’antropologa messicana Marcela Lagarde y De Los Rios, il concetto si è poi ampliato, includendo non solo l'uccisione, ma anche l’impunità istituzionale, la tolleranza sociale e la corresponsabilità dello Stato. L’Avvocato ha quindi ripercorso l’evoluzione normativa a partire dalle fonti del diritto internazionale: dalla Convenzione per l’eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione delle Donne (Cedaw) del 1979, alla Convenzione di Istanbul (2011), ratificata dall’Italia nel 2013. Da allora, il legislatore italiano è intervenuto più volte, dal decreto “antifemminicidio” del 2013 alla legge “Codice Rosso” del 2019, fino alla Commissione bicamerale d’inchiesta istituita nel 2023. “Il nuovo disegno di legge attualmente in discussione alla Camera – ha precisato Pizzamiglio – rappresenta l’apice di questo percorso: introdurrebbe per la prima volta nel codice penale il delitto autonomo di femminicidio”. Ma si tratta di un reato necessario o ridondante? Il dibattito resta aperto (la discussione in assemblea della Camera è prevista a novembre) e durante la serata sono stati osservati tutti i punti di vista. Molti giuristi – ha spiegato l’Avvocato – si dividono tra chi considera l’introduzione di questo reato una conquista e chi la giudica superflua, poiché l’omicidio aggravato è già punito con la massima pena e tutelerebbe maggiormente le donne. Tra i favorevoli alla riforma, c’è chi sottolinea il valore simbolico dell’inserimento del termine nel codice penale, paragonandolo alla svolta del 1982 con la legge Rognoni-La Torre, che introdusse il reato di associazione mafiosa: “Prima di allora – ha sottolineato Pizzamiglio - tutti sapevano cosa fosse la mafia, ma così venne ulteriormente stigmatizzato”. Inoltre, durante la serata, è stato spiegato che “i sostenitori ritengono che in questo modo verrebbe posta maggiore attenzione, anche a livello giuridico, al fenomeno della violenza contro le donne e verrebbe consentito un intervento immediato di natura repressiva, ferma restando la necessità di attività di prevenzione”. Tra le tesi contrarie, invece, è stato evidenziato il rischio di “duplicazioni normative”: “Chi non sostiene la riforma – ha spiegato Pizzamiglio – Pensa che attualmente l’ordinamento preveda già l’omicidio aggravato dall’aver commesso il fatto in occasione di condotte "prodromiche" (es. maltrattamenti, stalking, violenza sessuale ecc.), che garantisce un diritto uguale applicabile a chiunque senza distinzioni. Le aggravanti comportano già l'applicazione dell'ergastolo (la massima pena prevista) e l'aggiunta di un reato autonomo di "femminicidio" non aumenterebbe la sanzione”. Inoltre, i critici temono che l’introduzione del reato eluderebbe il problema della reale efficacia preventiva e della necessità di strategie di prevenzione più strutturate (di natura sociale, economica, educativa), volte a incidere efficacemente sulle cause del fenomeno con adeguate risorse e competenze. “Secondo loro potrebbe portare a una deresponsabilizzazione della classe politica tramite delega alla giustizia penale – ha spiegato Pizzamiglio –. Per i contrari alla riforma, il problema non verrebbe risolto solo tramite l’aggiunta di qualche riga sul Codice penale, ma si deve continuare a combattere il fenomeno su tutti i piani, a partire dai banchi di scuola”. Senza contare le difficoltà di interpretazione della proposta di riforma così scritta. È stata una serata che ha scaturito molte riflessioni. Al termine sono intervenuti anche l'Avv. Massimo Mussato, Presidente della Camera Penale di Vercelli e il Capitano Riccardo Cassi. Durante la stessa serata, l'Assistente del Governatore Giorgio Delleani ha conferito una spilla e ha consegnato un attestato al Presidente Pollone per l'impegno nel progetto Polio Plus Society. Erano inoltre presenti il Presidente del Rotary Viverone Lago Massimo Calliera, soci del Rotary Vercelli e una nutrita delegazione del Rotaract Sant’Andrea.
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