La fotogallery
di Robertino Giardina
29 Settembre 2025 11:16
Il “Giubileo della scuola” ha avuto inizio a Vercelli domenica 28 settembre con una celebrazione ufficiale che ha visto numerosi partecipanti appartenenti al mondo dell’istruzione e della formazione.
La cerimonia, presieduta da monsignor Marco Arnolfo, arcivescovo di Vercelli, è stata concelebrata con alcuni sacerdoti, insieme a don Giuseppe Oddone, assistente spirituale dell’Uciim. Il momento solenne della benedizione, impartita ai presenti sul sagrato del Duomo ed il passaggio in processione dalla porta principale, quale simbolo di cammino verso un nuovo inizio di riconciliazione e di speranza ha dato il via a questo evento. Poi la messa officiata dall’arcivescovo che, in conclusione, ha voluto ricordare la figura di Padre Enrico Masseroni per l’opera svolta nella diocesi e per l’impegno culturale che ha caratterizzato il suo episcopato. Il messaggio di mons. Arnolfo ha messo in luce l’esigenza di “coltivare un triplice linguaggio: quello della mente, quello delle mani, per imparare a lavorare e il linguaggio del cuore e della spiritualità” affinché ognuno possa essere ‘pellegrino di speranza’.
La cerimonia è stata preceduta da un convegno proposto dall’Uciim Vercelli, in collaborazione con l’Aimc, la Fism e l’Ufficio scolastico diocesano. Questo momento formativo, che si è svolto nel Seminario, è stato introdotto da Carla Barale, presidente Uciim Vercelli, mentre il relatore è stato don Giuseppe Oddone. Tra i presenti gli assessori Stefano Pasquino e Maria Grazia Ennas; quest’ultima ha portato i saluti del sindaco e dell’amministrazione comunale.
A Carla Barale e a don Giuseppe Oddone abbiamo chiesto quale messaggio di speranza può trasmettere la scuola in questo momento minacciato da venti di guerra.
“Tutti i ragazzi hanno molte speranze di pace e molti vivono, anche se non lo dicono, con angoscia questo momento storico – ha esordito don Giuseppe Oddone. I ragazzi sperano di poter avere davanti una vita serena. Ma nella scuola coltivano anche altre speranze come quelle della riuscita scolastica o quella di trovare degli amici. Hanno anche dei sogni, per la loro vita futura, di poter esercitare una professione, di potersi fare una famiglia, di godere anche di un certo benessere e sono veramente speranze radicate nei ragazzi. Noi dobbiamo alimentarle con la nostra professionalità di insegnanti, con la comprensione, per aprirli poi ad una speranza cristiana che è uno scalino più alto rispetto alle speranze terrene”.
Carla Barale ha evidenziato il ruolo cruciale della scuola come guida e sostegno per le nuove generazioni: “I giovani sono il nostro presente ma soprattutto il nostro futuro, e nel momento in cui parliamo di futuro non possiamo che parlare di speranza. La scuola deve educare alla speranza cercando di sostenerli, accompagnandoli nel loro percorso di crescita. Oggi è un momento difficile e travagliato, i ragazzi hanno tante paure, tanti timori e la scuola deve cercare di aiutarli a superare queste difficoltà guardando al futuro con ottimismo, con speranza e fiducia. Questo è un ruolo centrale che la scuola, tutta la scuola e non solamente gli insegnanti, devono portare avanti”.
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