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Asl Vercelli

Farmaceutica territoriale: gli studi su antibiotici e prescrizioni

Sono numerose le ricerche compiute negli ultimi anni dalla struttura

Ospedale Sant'Andrea

L'ospedale Sant'Andrea di Vercelli

Sicurezza dei pazienti e sostenibilità del sistema sanitario: è un approccio alla ricerca particolarmente orientato alla concretezza quello della Struttura Complessa Farmaceutica Territoriale dell’ASL di Vercelli, diretta da Antonella Barbieri. Attraverso una serie di studi condotti negli ultimi anni, il team ha affrontato temi cruciali come l’uso appropriato degli antibiotici, la gestione dei farmaci nelle RSA, l’ossigenoterapia domiciliare durante la pandemia e la politerapia negli anziani. Queste ricerche, pur diverse tra loro, condividono un obiettivo comune: migliorare la qualità delle cure attraverso l’analisi dei dati e la collaborazione tra professionisti.

Uno dei progetti più rilevanti ha riguardato il monitoraggio del consumo territoriale di antibiotici, in linea con il Piano Nazionale Antibiotico-Resistenza. Analizzando i dati dal 2020 al 2022, il Servizio Farmaceutico ha evidenziato un andamento altalenante dei consumi, con una riduzione nel 2021 e un successivo aumento nel 2022, probabilmente legato alla fine delle restrizioni pandemiche. Particolare attenzione è stata posta all’uso di cefalosporine di terza e quarta generazione, in crescita. Lo studio sottolinea l’importanza di promuovere un uso consapevole degli antibiotici, sia in ospedale che sul territorio.

Un altro ambito di intervento è stato quello delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), dove il Servizio Farmaceutico ha attivato un sistema di controllo delle prescrizioni per garantire l’appropriatezza terapeutica e contenere la spesa. Tra il 2019 e il 2022, il numero di RSA coinvolte è cresciuto da 18 a 31, con una riduzione significativa del numero medio di farmaci per paziente e della spesa convenzionata pro-capite. Il progetto ha anche evidenziato le principali criticità, come la mancanza di diagnosi o di note AIFA, e ha proposto l’inserimento del farmacista nelle Commissioni di Vigilanza per migliorare ulteriormente la gestione del farmaco.

Durante la pandemia, invece, il Servizio Farmaceutico ha avuto un ruolo chiave nell’attivazione dell’ossigenoterapia domiciliare per i pazienti Covid-19. Grazie a un protocollo regionale semplificato, è stato possibile avviare rapidamente la terapia anche su prescrizione dei medici di medicina generale. Lo studio ha coinvolto 741 pazienti, con un’età media di oltre 75 anni, e ha permesso di ridurre gli accessi ospedalieri, garantendo al contempo un monitoraggio attento dell’appropriatezza prescrittiva. La spesa complessiva sostenuta è stata di circa 330.000 euro, gestita in modo efficiente grazie al controllo del farmacista.

Infine, un’analisi condotta nel 2023 ha indagato le prescrizioni potenzialmente inappropriate nei pazienti anziani ricoverati in strutture di assistenza a lungo termine. Applicando i criteri internazionali di Beers e Stopp, sono state identificate oltre 1.900 prescrizioni a rischio, spesso legate a farmaci come furosemide, sertralina e pantoprazolo. Sebbene non siano stati segnalati accessi al pronto soccorso riconducibili direttamente alla politerapia, lo studio ha evidenziato l’importanza di una revisione periodica dei trattamenti e della deprescrizione per ridurre i rischi e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

 

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