Meic
di Andrea Giardina
8 Aprile 2025 14:24
“Quale eredità lasceremo alle generazioni future? Come possiamo invertire la rotta e costruire un futuro sostenibile? Questo convegno rappresenta la prosecuzione di un cammino già avviato negli scorsi anni su temi emergenziali legati all'acqua, alla giustizia socio ecologica, alla preservazione del suolo, partendo dagli alberi, sentinelle silenziose eppure fondamentali per la nostra vita, la biodiversità e la salute del nostro territorio”.
Così Tommaso Di Lauro, presidente del Meic in apertura del convegno “Un ambiente sostenibile: come tutelare il mondo che verrà. Biodiversità e riqualificazione del territorio attraverso la realizzazione di corridoi ecologici”, attuato in collaborazione con l’Upo e diversi enti territoriali, che si è svolto venerdì 4 aprile nell’aula magna del Seminario di Vercelli.
L’incontro è stato moderato da Marina Rasore. Nell’introdurre i relatori, monsignor Marco Arnolfo, arcivescovo di Vercelli, ha fatto emergere le contraddizioni tra le attuali guerre e la dovuta cura del creato che dobbiamo “custodire e conservare”. Nelle sue parole l’inquinamento non è solo ambientale ma, con la guerra, diventa inquinamento spirituale: “Il grido del sangue di tuo fratello giunge a me dal suolo”, una frase attuale, derivante dal primo fratricidio descritto nella Bibbia, che è stata richiamata da mons. Arnolfo come avvertimento affinché il nostro vivere sia basato “Su una cultura, sulla mentalità, su un modo di vivere, su uno stile che dovrebbe essere sempre più umano, sempre più rispettoso e civile, sempre più capace di farci vivere insieme, in questo mondo, da fratelli”.
Ivano Ferrarotti, primo conservatore del Bosco della Partecipanza, ha descritto le caratteristiche di quest’area che, con i suoi 600 ettari, assorbe ogni anno 5000 tonnellate di CO2: “Da più di vent'anni fa parte della rete “Natura 2000”, costituita per la tutela della biodiversità”. “Etica e morale sono principi alla base del percorso di sostenibilità e di preservazione di ciò che ci è stato dato, perché non siamo né i primi, né gli ultimi che hanno avuto in dono il pianeta Terra”, ha spiegato Enrico Boccaleri, docente Upo- DiSSTE. Rossana Pennazio, ricercatrice Upo - DiSSTE ha relazionato sulle principali tematiche dell’agenda 2030 richiamando l’attenzione sul “ruolo del diritto nel facilitare la transizione ecologica e conservare la biodiversità”.
Gli aspetti scientifici e culturali dei corridoi ecologici sono stati trattati da Alberto Doretto docente Upo - DiSSTE, mentre le “Reti ecologiche e biodiversità” è stato il tema dell’intervento di Irene Pellegrino ricercatrice in zoologia, ornitologa e genetista dell’Upo - DiSSTE. Davide Porporato, docente Upo - DiSSTE ha offerto un punto di vista “olistico” per la comprensione del nostro territorio partendo dalla sua storia, dalle opere dell’Ovest Sesia e fino alla lotta per le otto ore lavorative. Una narrazione interessante di un territorio “antropologicamente denso”.
Gli interventi sono stati conclusi con la relazione di Luca Cristaldi, tecnico forestale dell’Ente gestione Aree protette del Po piemontese che ha evidenziato la necessità di “Tutelare la biodiversità implementando i boschi come quello della “Partecipanza” di Trino, oggetto di uno degli interventi che stiamo cercando di realizzare, con lo scopo di collegare il bosco con le aree naturali che sono rimaste intorno e con il Po”. Il convegno è stato arricchito da un omaggio musicale di Ivan Homolskyi, fisarmonicista, in collaborazione con l’Associazione Camerata Ducale.
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