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Il racconto

Vercelli: "Ci ha chiesto soldi non dovuti mandando un "amico" a minacciarci"

Il professionista: "State attenti a quest'uomo"

Pagare soldi banconote

«Abbiamo dato soldi a quella persona anche se non glieli dovevamo più. E quando abbiamo smesso di farlo, ha mandato un “amico”, con una scusa, a chiedercene altri»: è ancora sconvolto il giovane professionista vercellese, mentre racconta il tentativo di estorsione subito.

Anche perché, «quando siamo andati a fare denuncia ai carabinieri, quell’uomo, sconosciuto, ci ha seguito fino in caserma, parcheggiando dietro di noi». I fatti risalgono all’inizio della settimana. Dalla scorsa primavera il giovane ha trasferito l’attività, che ha con la madre, in una nuova sede: «Dal nostro solito fornitore abbiamo acquistato prodotti e mobili. In totale circa 5mila euro. Cifra che abbiamo saldato, in parte, senza ricevute. Non è un sistema che ci piace, ma quel rappresentante è l’unico che fornisce prodotti di una marca che ci piace molto». Stando al racconto del vercellese, però, il fornitore avrebbe continuato a chiedere soldi «non dovuti, inventandosi fatture, tra l’altro inesistenti». Per un po’, madre e figlio pagano ancora, ma poi decidono che il debito è stato interamente saldato e smettono di farlo.

«All’inizio della settimana – prosegue il giovane professionista – si presenta in negozio un tizio sconosciuto che dice di “venire” per conto del fornitore e che dobbiamo pagargli i mobili, perché erano suoi. Cosa assolutamente non vera, dal momento che ero andato a prenderli in un magazzino con il rappresentante». Così madre e figlio si rifiutano di assecondare la richiesta: «E lui ci minaccia: “Se non mi pagate tutti i mobili, subito, stanotte vengo qui e mi porto via tutto”». A quel punto il vercellese chiama i carabinieri e lo sconosciuto si dilegua, ma non del tutto: «Quando poi siamo andati a fare denuncia, ci siamo accorti che ci aveva seguito fino in caserma, parcheggiando dietro di noi».

Aggiunge il giovane: «È capitato più volte che il rappresentante mandasse messaggi a mia madre, anche di notte. E sembrava sapesse sempre dove eravamo: guarda caso, ogni volta che mamma ed io partivamo per andare a fare un giro da qualche parte, lui telefonava per rovinarci la giornata».

«Oltre a voler far conoscere questa storia, avverto i colleghi di stare attenti a questa persona…», conclude.

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