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Seminario arcivescovile

Vercelli: "L'identità di genere", un'occasione di confronto tra esperti

Iniziativa della sezione Uciim di Vercelli

Convegno Uciim

Il convegno di aggiornamento per i docenti L’identità di genere. Aspetti scientifici, questioni etiche, risvolti educativi, che si è svolto martedì 3 dicembre nel salone Sant’Eusebio del seminario di Vercelli, è stato, a detta di tutti i numerosi partecipanti, una occasione ben riuscita di confronto tra esperti di alto livello su un tema molto delicato e dalle tante implicazioni.

Del resto gli organizzatori (la sezione Uciim di Vercelli, presieduta dalla professoressa Carla Barale, in collaborazione con l’Ufficio Scuola dell’arcidiocesi di Vercelli, diretto dal professor Giovanni Garlanda, e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli) avevano programmato un approccio al tema in prospettiva multidisciplinare. Così la situazione di disforia di genere è stata presentata, con la guida del moderatore professor Gianluca Aimaretti (presidente della Società italiana di endocrinologia e direttore del Dipartimento di medicina traslazionale dell’UPO) dapprima nelle sue connotazioni psicologiche e a partire dalle procedure di indagine che gli specialisti adottano nell’affrontarla (dott.ssa Chiara Crespi, psicologa e psicoterapeuta della Città della salute di Torino), per poi passare alla descrizione degli interventi medico-endocrinologici che vengono attuati nei soggetti coinvolti nella transizione di genere (dott.ssa Giovanna Motta, endocrinologa della Città della salute di Torino).

Da entrambe le relazioni è emersa la necessità di abbandonare i pregiudizi sul tema, prendendo atto del cambiamento culturale in atto, e di ascoltare da parte di tutti gli educatori il disagio degli adolescenti (e anche degli adulti) che vivono una condizione che può portare a difficoltà gravi di relazione, all’autolesionismo, a gesti anticonservativi. Se la descrizione del quadro clinico della disforia di genere è in continua evoluzione grazie ad una sempre maggiore e più approfondita conoscenza delle dinamiche che la caratterizzano, ancora più variegate sono le “letture” che quel quadro clinico suggerisce alla riflessione filosofica e alla coscienza morale individuale. Su questi aspetti ha relazionato dapprima il professor Luca Savarino, docente di filosofia e bioetica all’UPO, il quale, partendo da una prospettiva laica, ha affermato che la questione dell’identità di genere non può più essere trattata in termini di binarietà maschio-femmina, in quanto la nostra cultura percepisce ormai soggettivamente il genere sessuale e lo assegna alla facoltà di scelta dell’individuo: in questo senso, secondo il professore (che interveniva on line da Parigi), la natura non è più il criterio di fondo per definire la verità della sessualità. A queste affermazioni ha risposto il cardinal Giuseppe Versaldi, che ha proposto la lettura cristiana della questione, esprimendosi in temini non dogmatici bensì dialogici, centrati sul rispetto delle imprescindibili nozioni scientifiche che descrivono un fenomeno realmente riscontrabile in natura, ma anche sull’affermazione decisa che “le conclusioni sull’essere umano e sulla sessualità non possono essere tratte da una sola scienza, ma devono accogliere il contributo di tutte le scienze, compresa la metafisica e la religione, ognuna delle quali può dire qualcosa sulla verità”. Le diverse posizioni hanno animato un vivace dibattito, sia tra i relatori sia con il pubblico. In particolare è emersa la preoccupazione per i nostri giovani, tra i quali aumentano il disorientamento antropologico e il senso di inadeguatezza di fronte ad una “fluidità” generale, fonte di una libertà illusoria e inconsistente. Tuttavia è risultato dominante l’appello di tutti i relatori al superamento dello stigma sociale verso la condizione di disforia di genere e alla necessità di una sinergia educativa orientata al rispetto verso ogni persona, sul rifiuto della discriminazione, sulla costruzione di un ambiente relazionale aperto e accogliente. E’ quanto è stato sottolineato anche nei saluti dell’arcivescovo, monsignor Marco Arnolfo, e del dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, dottor Umberto Pelassa.

 

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