Sappe
8 Novembre 2024 15:15
La casa circondariale di Billiemme
Gentile direttore,
il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) è fortemente allarmato per tutto quello che sta accadendo presso l'Istituto di Vercelli, ove il personale ha raggiunto il limite del collasso, conosce l'orario di inizio del servizio ma per quanto riguarda la fine si deve raccomandare alla divina provvidenza, poiché giornalmente vengono trattenuti oltre il consueto orario per far fronte a svariati eventi critici. I poliziotti penitenziari di Vercelli ridotti ai minimi storici anche per i noti tagli trasversali delle dotazioni organiche, oltre ai normali compiti istituzionali, si trovano ad affrontare una grave emergenza dovuta al progressivo aumento delle aggressioni fisiche perpetrati da alcuni detenuti ormai noti e recidivi; nonché aggressioni verbali, anche a guisa di sfida, con intendimento di minare l'equilibrio assolutamente necessario agli odierni operatori di Polizia penitenziaria per affrontare la giornata lavorativa.
Questi ristretti che perdurano nei loro atteggiamenti violenti, non vengono trasferiti presso altre sedi, anche fuori distretto, poiché giungono indiscrezioni che questa soluzione della problematica sposterebbe soltanto il problema presso un altro Istituto senza risolverlo. E' opinione di questa organizzazione sindacale che questi soggetti, che per puro caso, sono tutti presunti o certificati affetti da patologie psichiatriche e quindi per definizione necessitano di reparti specializzati al trattamento delle loro patologie, debbano essere invece trasferiti presso apposite strutture atte a garantire un appropriato trattamento sanitario; cosa che non può avvenire presso la struttura di Vercelli che ha una storia ultra quarantennale ed attualmente è priva di reparto isolamento e di reparto di osservazione sanitaria.
Tutti questi episodi di violenza, rappresentano quindi gran parte degli eventi che minano l'ordine e la sicurezza della struttura, condizione necessaria per garantire un adeguato trattamento della restante popolazione ristretta, la cui sicurezza è affidata al personale di Polizia Penitenziaria come parte integrante dei compiti previsti istituzionalmente per il Corpo. La situazione a Vercelli è disarmante e noi poliziotti rimaniamo sempre di più attoniti difronte all'indifferenza che l'Amministrazione sta dimostrando nei confronti della Polizia penitenziaria, che non può più tollerare questa diffusa sensazione di impunità, servono provvedimenti urgenti ed efficaci. La tensione e lo sconforto sul luogo di lavoro sono palpabili ed è grave che a pagare lo scotto siano i servitori dello Stato. L'ondata di violenza che sta investendo l'istituto vercellese non è altro che lo specchio di una società che a nostro giudizio sta perdendo il più elementare senso civico in un continuo crescere di episodi di violenza.
Quanto sopra descritto non è più accettabile da questa organizzazione sindacale, che chiede fortemente un intervento urgente e sistematico per migliorare le condizioni di sicurezza, e quindi di lavoro anche degli altri operatori dell'amministrazione penitenziaria e sanitaria all'interno dell'Istituto di Vercelli. Per quanto sopra rappresentato, ci si riserva di indire lo stato di agitazione, in mancanza di chiari e forti segnali da parte dell'Amministrazione tesi a migliorare le condizioni di lavoro del personale, la sicurezza degli operatori tutti al fine di addivenire ad una corretta applicazione delle normi che regolano la vita penitenziaria.
Il vice segretario regionale Mario Corvino
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