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Comunità di Sant'Egidio

“Morire di speranza”, incontro per ricordare i migranti morti in mare

Appuntamento Martedì 2 luglio nella chiesa di San Lorenzo a Vercelli

Sant'Egidio

La locandina dell'iniziativa

Martedì 2 luglio alle 20.45 , nella chiesa di San Lorenzo (corso Libertà 186) a Vercelli, la Comunità di Sant’Egidio promuove la preghiera “Morire di speranza”, in memoria di quanti hanno perso la vita nei viaggi verso l’Europa. L’incontro di preghiera sarà presieduto da monsignor Marco Arnolfo, arcivescovo di Vercelli; saranno presenti rappresentanti di diverse associazioni e cittadini che si occupano dei migranti , insieme ai migranti stessi che, da poco o molto tempo, vivono in città. Nel corso della preghiera saranno pronunciati ad alta voce alcuni nomi di chi è morto così tragicamente nell’ultimo anno, accompagnati dall’accensione di candele in loro memoria, da riflessioni e da canti.

"In un anno, da giugno 2023 ad oggi, circa 2500 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo e lungo le vie di terra, cercando di raggiungere l’Europa alla ricerca di un futuro migliore: nei giorni scorsi decine di  profughi, fra cui molti bambini, sono annegati al largo di Roccella Jonica e di Lampedusa - spiegano gli organizzatori - Si continua dunque a “morire di speranza”: il diritto d'asilo, In Europa e in Italia, continua a navigare insicuro sulle navi dei trafficanti, anziché essere tutelato da un'operazione europea di soccorso in mare e dalla gestione intelligente di un fenomeno che non accenna a diminuire, le cui proporzioni richiederebbero lungimiranza, determinazione e un sussulto di umanità".

In tutto il mondo le stime indicano che 8.565 persone sono morte nei viaggi della speranza nell’ultimo anno. È il dato più alto in assoluto dal 2016, senza contare tutti coloro che non compaiono nelle statistiche ufficiali.

"Fuggivano dall’inferno, e la vita è diventata per loro un inferno - proseguono i promotori dell'iniziativa - Oggi il rifugiato è invisibile. Muore tutti i giorni nei Mediterranei del mondo ma non ha voce, non ha volto. I rifugiati del nostro tempo sono svuotati di una storia, di una memoria e di una cittadinanza. La preghiera “Morire di speranza” viene promossa  ogni anno da Sant’Egidio in molte città d’Europa per contrastare tutto questo: è prima di tutto  un doveroso atto di memoria, un richiamo alla coscienza di tutti, perché non ci abituiamo  a morti così assurde. Continuiamo a sperare che i governi  si impegnino con maggiore senso di responsabilità a salvare, accogliere e integrare chi fugge dalle guerre e dalla miseria, ampliando finalmente i “corridoi umanitari” e permettendo a tanti migranti di entrare nei nostri paesi attraverso canali regolari".

 

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