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Delegazione di Vercelli

Una "merenda al castello" per l'Accademia Italiana della Cucina

A Vinzaglio tra arte e piatti della tradizione

Accademia della cucina

Dalla teoria alla pratica.

Così la delegazione di Vercelli dell’Accademia Italiana della Cucina che, dopo aver messo nero su bianco in tempo di pandemia i ricordi dell’infanzia dei suoi accademici con il progetto “La Merenda della nostra infanzia”, nello scorso fine settimana a Vinzaglio ha dato vita all’evento “Merenda al castello”.

«L’Accademia Italiana della Cucina, tra le sue finalità, ha lo scopo di tutelare le tradizioni della cucina italiana - ha raccontato la delegata vercellese Paola Bernascone Cappi - Costretti a casa con l’attività conviviale bloccata dal coronavirus, nel periodo di isolamento avevo invitato gli accademici ad aprire i cassetti della memoria dando vita ad un simpatico e interessante opuscolo sulla merenda». A distanza di qualche anno l’idea di far merenda tutti insieme, in un luogo suggestivo come il Castello di Vinzaglio. «La merenda è una tradizione tutta italiana. Questo vocabolo deriva dal verbo meritare. È un extra rispetto alla colazione, pranzo e cena. È un premio – sottolinea la delegata Paola Bernascone Cappi - Una tipica usanza piemontese era la merenda sinoira: era diffusa nelle campagne, poi prende vita anche tra le classi borghesi. Nel secondo dopoguerra, con le condizioni economiche mutate, viene solitamente preparata dalle mamme e dalle nonne, con prodotti del territorio, legati alla stagionalità. Il nostro opuscolo rispecchia in un microcosmo quella che è stata l’evoluzione della merenda in Italia. Ciascuno dei nostri accademici ha sperimentato, secondo i propri gusti e le direttive di mamme e nonne, dolce e salato, fette di pane spalmate con vari ingredienti o fragranti fette di torta. I più giovani hanno incontrato la dolce tentazione delle prime merendine preconfezionate. Ciascuno di noi ha testimoniato la sua merenda».

Il pomeriggio a Vinzaglio, dove ad ogni accademico è stato consegnato “il cestino della merenda” contente dalla fetta di formaggio con il tarallo alle mandorle al panino con il salam d’la duja, a quello con bagnetto e acciughe, e poi ancora un trancio di focaccia farcito, una fetta di torta alla mele e altre golosità, è stato un momento di “cultura culinaria”. Ma c’è stato anche il momento dedicato all’arte. Gli accademici hanno infatti visitato il Castello di Vinzaglio, a pochi chilometri da Vercelli, sapientemente illustrato dalla sua proprietaria: castello che sorge su un dosso alluvionale del fiume Sesia. «Ora dell’antico fortilizio del XII secolo rimangono soltanto i resti delle tre torri e parte di murature – ha spiegato la proprietaria - Nel XIX secolo l’edificio divenne proprietà della famiglia Sella che lo restaurò e modificò secondo i canoni e la funzionalità di una residenza aristocratica di campagna».

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