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Casa circondariale

Vercelli: seminari e attività per i detenuti

Li propone Bassignana, referente del Nodo provinciale contro le discriminazioni

Vercelli: seminari e attività per i detenuti

Sicurezza e rieducazione in carcere, ma anche attività ricreative per ridurre la tensione, con un occhio di riguardo per la sezione femminile. Sono i temi all’attenzione del Nodo provinciale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli che, tramite la referente Lella Bassignana, propone una serie di interventi rivolti ai detenuti della casa circondariale di Vercelli.

La Regione Piemonte, con la Legge regionale 23 marzo 2016, n. 5 ”Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale”, ha promosso l’istituzione di una Rete regionale contro le discriminazioni, con compiti di prevenzione e contrasto delle discriminazioni e assistenza alle vittime nel territorio regionale.

Il Nodo provinciale, attivo dal 1° ottobre 2017 con la sottoscrizione di Protocollo di Intesa in materia di iniziative contro le discriminazioni con la Regione Piemonte, ha costituito una Rete territoriale con soggetti pubblici e privati interessati al tema della prevenzione e del contrasto delle discriminazioni. Tra i soggetti che aderiscono alla Rete provinciale ci sono il direttore della casa circondariale di Vercelli e il garante comunale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.

“Da anni il Nodo provinciale collabora con la casa circondariale di Vercelli - dice il presidente della Provincia Davide Gilardino - Miriamo ad azioni di sensibilizzazione contro le discriminazioni nei diversi ambiti, con particolare attenzione alla sezione femminile per cui abbiamo pensato ad attività che abbiano l’obiettivo di favorire un processo rieducativo e di reinserimento nella società dopo il carcere”.

Le donne sono poco più del 4% della popolazione carceraria italiana, una quota da sempre molto bassa. In Piemonte sono 153 le detenute: 120 a Torino e 33 a Vercelli (le due case circondariali che in Piemonte hanno attive le sezioni femminili). Al 30 giugno 2022 il numero di detenute presenti nell’istituto penitenziario di Torino “Lorusso-Cutugno” era di 117, mentre a Vercelli 43 per un totale di 160; al 31 dicembre 2022 erano 115 e a Vercelli 32 per un totale di 147 su 4mila detenuti complessivi, pari al 3,6%.

In un sistema declinato al maschile, manca una considerazione specifica dei bisogni femminili e delle potenzialità che la detenzione femminile può avere nel plasmare una nuova idea di carcere. Si tratta di una popolazione ampiamente minoritaria inserita in un sistema pensato al maschile, con la conseguenza che appare difficile che essa possa fruire delle medesime attività che sono previste in carcere per il recupero dei detenuti maschi.

Il carcere di Vercelli si compone di cinque piani, inaugurato nel 1989, con evidenti problemi legati all’obsolescenza della struttura che incide sulla vita che si svolge tra le sue mura e al sovraffollamento. I numeri dei detenuti e delle detenute sono in continuo aumento, mentre agenti e educatori denunciano gravi carenze di organico. L’organizzazione di tutti i padiglioni detentivi, è complessa e presenta una gestione della popolazione detenuta complicata rendendo fragile il concetto di sicurezza e rieducazione che non riescono ad essere adattati alle specificità dell’utenza. È necessario pensare a momenti di attività ricreative per ridurre la tensione.  

“In accordo con il direttore della casa circondariale Giovanni Rempiccia - sottolinea Lella Bassignana, referente del Nodo provinciale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli - abbiamo proposto una serie di interventi sia seminariali, della durata di qualche ora, sia di attività pratica”.

Tra le varie proposte: “Cibo e alimentazione tra natura e cultura”: anoressia, bulimia e binge eating; Rapporto tra etica e giustizia; I servizi per i cittadini: casa, discriminazioni. E, in particolare per la sezione femminile: La condizione della donna tra storia, diritto ed economia; “L’endometriosi e la medicina di genere”. Tra le attività pratiche: “Lo sport inclusivo” con il Coni e con l’Associazione Veterani dello sport; e, per la sezione femminile, “Arte e bellezza”: corso make up, acconciatura. 

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