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Vercelli

"Piemonte e Inghilterra. Otto secoli di amicizia"

Iniziato il ciclo di conferenze allo spazio Gioin di via Laviny

Conferenza Baucero Piemonte Inghilterra

"Piemonte e Inghilterra. Otto secoli di amicizia" è il titolo del ciclo composto da sei conferenze che si tengono allo spazio Gioin di via Laviny 67.

Il primo appuntamento è stato curato dai professori Andrea Raimondi e Claudio Rosso che hanno relazionato sul tema: "Piemontesi di Britannia. Il ponte invisibile tra Regno Unito e Piemonte”.

L’assessore alla Cultura Gianna Baucero, ideatrice di questi incontri, spiega: “Il motivo per cui abbiamo scelto di ripercorrere il ponte che unisce il Piemonte all’Inghilterra sta nella presenza nella nostra regione di alcune 'pietre miliari' che legano le due aree geografiche: il Vercelli Book, l’Ospedale di Santa Brigida degli Scoti, Guala Bicchieri, la Via Francigena e il Conte Cavour".

E infatti, prosegue,  "l’idea di queste conferenze mi è venuta proprio mentre parlavamo di Camillo e delle sue lettere inedite trovate in biblioteca a Vercelli. Il senso culturale di questo nuovo percorso è proprio questo: ripercorrere le tappe della storia che hanno visto il Piemonte e l’Inghilterra camminare insieme: una strada lunga, culturalmente ricchissima e quindi affascinante”.

Nella prima conferenza i due relatori hanno trattato varie pagine della storia, guardando alla figura di David Rizzio, il presunto amante di Mary Stuart, che morì assassinato a Edimburgo nel XVI secolo, ma anche alla nobiltà sabauda dell’epoca risorgimentale. Un racconto nel quale sono emerse altre figure tra le quali il musicista Felice Giardini, il pittore Giuseppe Mattia Borgnis, sir James Hudson, ultimo rappresentante britannico nel Regno di Sardegna, e infine Samuel Morla, matematico, inventore e diplomatico ingiustamente dimenticato.

La professoressa Baucero ha invece raccontato alcune pagine sconosciute ai più, come quella di un figlio di King Edward III che morì ad Alba in pieno Medio Evo dopo aver sposato una Visconti, o del vescovo di Vercelli che “scrisse la Fieschi Letter a re Edward II per rivelargli la verità sulla morte sospetta del padre”.

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