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Settimane cavouriane

Vercelli: un Camillo Benso inedito nella conferenza di Marco Fasano

L'incontro ha chiuso la rassegna vercellese

Baucero e Fasano

Gianna Baucero con Marco Fasano

L’ultimo appuntamento del programma “Settimane cavouriane” si è tenuto venerdì 17 novembre nella Biblioteca civica di Vercelli ed ha visto protagonista il relatore della serata, Marco Fasano, dialogare con l’assessore Gianna Baucero, ideatrice di questa interessante rassegna.

Chi è Marco Fasano? Avvocato, attualmente ricopre l’incarico di vice presidente “Associazione Amici della Fondazione Cavour”, mentre in passato è stato direttore tecnico della Fondazione nonché membro del Consiglio d’amministrazione della stessa. L’ente si occupa, tra le tante finalità, di “promuovere gli studi cavouriani e le iniziative rivolte ad approfondire la conoscenza dell’opera del Conte Camillo Benso di Cavour e dei suoi insegnamenti; valorizzare il Castello già dei Benso, sito in Santena, assicurando un’adeguata conservazione dei beni culturali e ambientali conferiti, incrementando i servizi offerti al pubblico, migliorandone la qualità”.

L’assessore Baucero ha ringraziato il relatore ed ha rivelato ai presenti che lui “aveva accettato con entusiasmo e disponibilità il nostro invito ad essere presente tra noi per narrare eventi della vita di Cavour, anche quelli meno noti”. Infatti nelle parole di Fasano “se si prende in considerazione la figura di Cavour come statista o uomo politico e lo si mette su un piedistallo non si ha la completa visione del personaggio. Era figlio cadetto di una famiglia che si arricchì con il commercio del fustagno. Il titolo nobiliare arrivò quando Carlo Emanuele III della famiglia Savoia doveva restituire una somma di denaro ad un antenato di Cavour. Non avendo nella sua disponibilità questo denaro fu concordato che gli fosse conferito un titolo nobiliare.” Le qualità umane oltre che politiche, come il grande rispetto per la sua origine, la sua famiglia e le sue amicizie sono state rimarcate: “Si parla di Cavour, uomo politico e diplomatico, mentre la parte più intima e umana, così come le sue abilità imprenditoriali, la sua cultura, il fatto di essere poliglotta, sono meno conosciute. Ricordiamo anche che  fu amico di un importante studioso, William Brockedon; da lui invitato tenne una Conferenza in perfetta lingua inglese al Royal Geographical Society di Londra”.

Anche la sua lungimiranza è considerevole: “Nel 1835 compì un viaggio con Pietro di Santarosa a Parigi. In questa occasione fu particolarmente colpito dalla rete ferroviaria all’avanguardia, con ponti che stimolarono la sua ammirazione per l’architettura e la bellezza. Certamente in quel momento immaginava un’Italia più efficiente e al passo con i tempi, anche sul piano delle infrastrutture. Poi, sempre nel 1835 il padre gli conferì il titolo di amministratore della tenuta di Leri; per far rifiorire l’azienda si impegnò nella ricerca di un prestito presso una banca di Liverpool. Il fine era quello di acquistare ‘guano’ da Cile e Perù da importare per rendere fertile il terreno. Anche per le prime macchine agricole fu lungimirante perché le acquistava all’estero, ma poi provvedeva a farle adattare alle coltivazioni locali. Diventò poi successivamente anche amministratore delle proprietà della zia Vittoria in Franca Contea. Con queste sue doti conquistò la stima e l’affetto di tutti i suoi parenti”.

Un aneddoto curioso raccontato da Fasano descrive un Cavour da bambino sotto altra prospettiva: “I parenti di Cavour per parte di madre erano ginevrini di fede calvinista; questi lo chiamavano con nomignoli francesi che grosso modo potrebbero avvicinarsi a qualcosa come un bambino molto vivace e molto robusto”. Poi il racconto è proseguito nella descrizione di alcuni aspetti della sua vita: “Da figlio cadetto non gli spettava nulla del patrimonio familiare e quindi in accordo con il padre decise di frequentare l’Accademia militare. In questo periodo si distinse per il rendimento eccellente, ma anche per le molte punizioni poiché si faceva inviare tanti libri di politica ed economia, ma agli allievi dell’Accademia non era permesso. La sua carriera politica si svolse in un periodo piuttosto breve, dal 1848 al 1861, solo 13 anni, ma prima ricoprì la carica di sindaco di Grinzane”.

Le conclusioni di Marco Fasano sono significative e molto incisive perché affondano le radici nella storia risorgimentale del nostro paese. Inoltre cogliendo il segno di queste “Settimane cavouriane” ha evidenziato lo sfondo di questa rassegna proprio nella promozione del personaggio Cavour in tutta la sua pienezza: “Il valore dell’eredità morale di Cavour è molto grande e non pienamente riconosciuto sia a livello politico che morale. Il patrimonio che ci lascia è considerevole, una sorta di eredità immateriale che sarebbe un grande peccato disperdere”.

 

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