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Meic Vercelli

Giovanni Cattaneo: "Uomo d’intelletto, di comunicazione e di cultura"

Il ricordo del presidente Tommaso di Lauro

Giovanni Cattaneo

Giovanni Cattaneo con l'arcivescovo Marco Arnolfo

Lunedì 13 novembre in un Duomo gremito, abbiamo pregato il Santo Rosario per il nostro caro amico Giovanni Cattaneo mancato all’età di 97 anni, con il quale molti di noi hanno avuto modo di condividere innumerevoli incontri, impegni ed ideali.

Anche il Meic sente dunque il dovere di condividere pubblicamente una sua riflessione, visto che Giovanni era iscritto anche alla nostra associazione. E' un pensiero che ci porta nell’intimità di un uomo esemplare, che sapeva indagare profondamente sé stesso, sempre vicino al mondo della scuola, dei giovani, della famiglia, dell’impegno sociale ed ecclesiale, quello di un fratello che sempre riesce a trovare le risposte nella preghiera. Giovanni aveva capito che quanto stava portando avanti nella sua vita, era esattamente ciò che il Signore gli aveva chiesto di fare.

Gli esempi per onorare la sua memoria sono davvero tanti. Uomo d’intelletto, di comunicazione e di cultura, attento anche alla politica come “servizio”, come la intendeva Paolo VI: “la più alta forma di carità”, Giovanni aveva la capacità di mettere in relazione, le persone e la società, la trascendenza e la ragione, orientandole tutte e mirabilmente verso il bene comune. Lo ricordiamo con riconoscenza e affetto, anche per tenacia con la quale ha saputo indicare quanto c’è di più bello e santo intorno a noi. Sapeva infatti riconoscere “la santità” nella nostra Chiesa, una Chiesa che ha tanto amato insieme a tanti suoi presbiteri e vescovi.

Prezioso e tenerissimo il suo sollecito rivolto al Meic nel 2021, nei riguardi di un prete santo come don Mauro Stragiotti (a 20 anni dalla morte), un’altra vita (come la sua) “fatta dono”. Giovanni sapeva indicare a tutti noi l’Amore vero e come l’Amore può aiutarci nella vita. In un testo dedicato a un altro preste santo e suo grande amico, don Cesare Massa, scriveva così:

“L’amore e come un bucaneve, come una stella alpina: il bucaneve per sbocciare deve passare attraverso il gelo della coltre che lo copre o lo spegne col rigore; la stella alpina deve aggrapparsi alle rocce, agli interstizi sconnessi della dura pietra della montagna; resistere al vento turbinoso e gelido, al fuoco del sole che inaridisce la roccia, cui il fiore è legato. Eppure, se il bucaneve non teme il gelo che lo circonda e lo ostacola nel suo spuntare; se la stella alpina non lascia la presa della roccia puntuta, svelano così una bellezza unica che solo quei fiori sanno custodire. E’ la bellezza frutto della speranza e della fatica, della tenacia e dell’amore”.

La sua forza nel donarsi alla comunità era il frutto di una conversione matura, forte come quei “fiori di alta montagna”, perché Giovanni apparteneva a quella “generazione di giusti”, che nel dopoguerra, all’esperienza della follia più disumana, seppero opporre la creatività dell’intelligenza in favore di strade di democrazia e non violenza, di giustizia e di ripudio della guerra.

Grazie Giovanni!

Tommaso Di Lauro
Presidente Meic Vercelli “don Cesare Massa” OdV
Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale
Referente Pax Christi “Punto Pace di Vercelli

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