Partito democratico
di Robertino Giardina
11 Ottobre 2023 11:58
Torna la festa dell’Unità a Vercelli dopo ben trentotto anni dall’ultimo appuntamento.
L’apertura è stata preannunciata con grande entusiasmo dagli organizzatori che vedono in questa occasione un punto di ripartenza e di dialogo con lo sguardo puntato alle elezioni amministrative del 2024. Così per Mariella Moccia, segretaria provinciale del Pd: “Tornare a organizzare questa festa dopo diversi anni è un segno di ripartenza, rappresenta la volontà di riunire la nostra comunità, parlare e dialogare insieme delle sfide che il futuro ci pone davanti. È l'essenza stessa della parola Unità”. Massima apertura per Patrizia Marco Jorio, segretaria cittadina del Pd: “il circolo di Vercelli ospita per la prima volta la festa dell'Unità da quando esiste il Partito Democratico. Gli iscritti, i simpatizzanti e tutti coloro che guardano a noi con interesse devono sapere che le nostre porte sono aperte. La costruzione di una “storia diversa” è la necessità che emerge dalle parole di Alberto Fragapane, capogruppo del Pd in Comune: “Con questa festa ha inizio la nostra rincorsa verso gli appuntamenti elettorali che ci vedranno coinvolti nel 2024, nei quali dobbiamo provare a scrivere una storia diversa da quella spenta, inconcludente e rancorosa che stiamo vivendo. Siamo l'alternativa e abbiamo il dovere di rappresentarla al meglio”.
Nella mattinata di sabato 7 ottobre, il circolino dell’Isola di Vercelli ha aperto le sue porte alla Festa dell’Unità organizzata dal partito democratico piemontese in collaborazione con le segreterie provinciali. Il tema scelto per Vercelli è appassionante: “Quali sfide per il futuro?". Tanti i militanti presenti che insieme a simpatizzanti e semplici cittadini hanno riempito la sala convegni che ha ospitato personalità di rilievo locale e nazionale. Tra i presenti c’erano Luigi Bobba, già sottosegretario al Ministero del lavoro, Maura Forte e Gabriele Bagnasco ex sindaci di Vercelli, i segretari Mariella Moccia con Patrizia Marco Jorio, Alberto Fragapane, capogruppo al Consiglio comunale, Filippo Campisi, avvocato e dirigente della sezione cittadina, Simona Paonessa segretaria dei giovani democratici vercellesi e tanti altri ancora. Ad aprire i lavori è stato Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia dei processi migratori all’Università cattolica di Milano, con una relazione dal titolo “Vedere l’immigrazione con occhi nuovi”. Il tavolo è stato animato da Alberto Fragapane e Simona Paonessa che hanno posto alcune riflessioni e rivolto domande sui recenti sviluppi di questo fenomeno.
La segretaria dei giovani dem ha chiesto di fare chiarezza sul fenomeno “perché ci sentiamo spesso dire che è “la più grande emergenza di questo paese”, che “siamo stati abbandonati “ e “siamo il campo profughi d’Europa”; quindi chiediamo se quello che ci proviene da questa propaganda corrisponde realmente ai numeri effettivi”. “Sono felice di essere profeta in patria”, questa la premessa di Maurizio Ambrosini che ha aperto il suo intervento, come di consueto, con un’introduzione di ferma avversione alla speculazione politica data dalla falsa narrazione della cosiddetta “Invasione degli stranieri”, pessimo indicatore di una forma di populismo che sfocia nell’“aiutiamoli a casa loro”.
Le argomentazioni le ricaviamo dai numeri: “Chi conosce i dati sa che le cifre dell’immigrazione sono stabili negli ultimi anni, precisamente abbiamo avuto 5.300.000 immigrati negli ultimi 12 anni, di questi gli irregolari sono stimati in 500.000. L’immigrazione non è più cresciuta dal 2008 e gli immigrati che vivono in Italia sono prevalentemente donne e principalmente cristiani. I rifugiati a fine 2022 erano 340.000 l’8% del totale, adesso saranno 420.000, meno del 10% del totale. Il dibattito si è concentrato su questa componente ed il pensiero egemone è riuscito a focalizzarlo su questi numeri facendoci credere che ci sia un’invasione da contrastare: tutto falso, tutto dissociato dai dati. Nel 2022 in Europa sono state presentate 965.000 mila domande di asilo, in Italia 77.000, l’8% del totale, in Germania più di 200.000, in Francia 135.000, mentre in Spagna 170.000; tuttavia noi continuiamo a ripeterci, con senso di persecuzione, che siamo subissati da rifugiati che il resto d’Europa rifiuta di accogliere. In realtà gli sbarchi dal mare sono drammatici e visibili, ma i rifugiati arrivano da altre rotte come quella balcanica (…)”.
Alberto Fragapane ha chiesto maggiori dettagli sulla provenienza e sui lavori che svolgono i migranti in Italia, con una breve riflessione in premessa: “Come tanti momenti siamo qui per dire che il Pd non ha timore di affrontare tematiche scomode entrando nella loro complessità senza utilizzarle per i propri tornaconti elettorali”. Nei prossimi tre anni in Italia ci sarà bisogno di 450.000 lavoratori e quindi di nuovi ingressi. In Italia ci sono 2.400.000 lavoratori stranieri regolari. In alcuni settori quali quello domestico assistenziale, il 70% dei lavoratori che sono assunti in regola, o parzialmente in regola, sono cittadini stranieri; senza di loro si fermerebbe la vita familiare di mezza Italia. Ricordiamo che 5.300.000 stranieri sono inseriti nel circuito economico, fanno la spesa, pagano le tasse, l’Iva, le accise, partecipano alle spese dello stato sociale. Nelle scuole abbiamo 840.000 studenti, sono una fetta che è cresciuta rapidamente, ma negli ultimi anni molto meno, e da lì che capiamo che non sono cresciuti nemmeno i ricongiungimenti”.
Per quanto riguarda il mondo del lavoro: “Abbiamo 700.000 lavoratori autonomi come ambulanti e quindi anche qui ci sono pezzi di economia e società legati all’attivismo, alla volontà di migliorare, dei migranti. Il sistema sanitario integra 77.500 professionisti della salute, medici, infermieri, che operano in Italia in un momento particolarmente difficile in cui mancano professionisti. Cifre che rappresentano una valvola di ossigeno che non viene adeguatamente valorizzata. Le assunzioni incontrano il vincolo della cittadinanza (…) quindi c’è una vischiosità burocratica che impedisce di adoperare questa immigrazione qualificata (…)”. Poi sulle motivazioni e le possibilità di emigrazione: “Emigra chi ha i soldi per partire, emigrano di più le persone istruite perché conoscono le lingue veicolari, si aprono a nuove aspirazioni, quindi i migranti non sono i più poveri del loro paese. La cultura e la capacità di emigrare influisce sulla tipologia di immigrazione”. La relazione di Maurizio Ambrosini è stata articolata ed ha toccato altre tematiche che riguardano l’integrazione, l’analisi delle categorie dei migranti, da quella economica, ai rifugiati chiedenti asilo e alle diverse risposte date dai governi che si sono succeduti con uno sguardo al futuro per un fenomeno “che risulterà in crescita per i prossimi vent’anni”.
La prima parte di questa giornata si è conclusa con l’intervento di Brando Benifei, capo delegazione Pd Parlamento Ue, che nello spazio dedicato al pranzo ha voluto parlare ai presenti delle questioni legate alle politiche economiche attraverso lo sviluppo della tematica: “PNRR: lo sguardo Europeo sul nostro paese”. L’On. Bonifei ha parlato della pandemia come crisi che ha messo in ginocchio le economie dei vari paesi e dell’intervento dell’U.E. a favore dei paesi membri attraverso lo strumento del Pnrr. I temi collegati a questo piano sono stati tanti e tutti con la prospettiva di un futuro basato sulla transazione ecologica, la sostenibilità ambientale e quindi il Green Deal. Anche sul tema dell’intelligenza artificiale il suo pensiero è puntato verso i nuovi scenari e le possibili problematiche legate ad un mondo che ancora non conosciamo pienamente. Il pensiero manifestato in questa occasione è ben codificato nei suoi scritti: “La sfida più complessa, vista l’orizzontalità del tema, che tocca tutti i settori dell’economia ma anche i nostri valori fondamentali, è quella di trovare il giusto equilibrio tra la promozione dell’innovazione e della competitività delle imprese europee che sviluppano o utilizzano sistemi di intelligenza artificiale, e un’adeguata protezione dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini”. Quindi il suo impegno in questo settore: “Una delle più grandi sfide di questo mandato è sicuramente data dal Regolamento europeo sull’Intelligenza artificiale, prima legge nel suo genere al mondo”.
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