referendum e mozione
di Francesca Siciliano
24 Aprile 2023 09:51
Acqua, stop all’invio di armi in Ucraina e sanità pubblica: sono i temi di cui ha parlato ieri, domenica 23 aprile, il giurista Ugo Mattei insieme al consigliere comunale Michelangelo Catricalà a Vercelli, in via Cavour. E’ stato così organizzato un banchetto per raccogliere firme a favore del referendum sulla pace e sulla sanità pubblica, ma anche in merito alla mozione sul servizio idrico vercellese che Catricalà presenterà in Comune e per la quale, precedentemente, erano già state organizzate altre giornate.
“La raccolta firme (contro la guerra ndr.) - ha detto Mattei – è iniziata ieri, il 22 aprile 2023, esattamente 13 anni dopo quella che organizzammo sull’acqua in merito al primo referendum. Abbiamo cercato di mantenere una narrazione di continuità”. Tutto questo “in parte in via scaramantica, ma soprattutto perché i temi sono collegati: la sanità, infatti, è un bene comune. Ma purtroppo la logica del mercato ha massacrato anche solo la capacità di pensare ai beni comuni, quali la pace” ha sottolineato Mattei. Il giurista crede inoltre che in merito alla guerra ci sia purtroppo una narrazione di normalità: “Ma non è normale - ha sottolineato - che ci sia una guerra nel cuore dell’Europa. L’Ucraina infatti è IN Europa, non ai confini. Si abituano le persone all’idea che sia ordinario uccidere le persone e che sia normale risolvere i problemi con le armi. Soprattutto si fa passare l’idea che si possa far la pace vendendo l'artiglieria”. Dunque, per quanto riguarda la sanità la richiesta di Generazioni Future (promotore dei referendum) è quella di investire più soldi nella sanità e non nell'invio delle armi, impedendo la tendenza alla privatizzazione: si vuole cancellare una previsione di legge per cui le Regioni possono ammettere la partecipazione nella programmazione della sanità anche di soggetti privati.
In merito alla gestione dell’acqua nel Vercellese è intervenuto Catricalà: “Questa settimana presenterò la mozione in Comune in cui chiederò lo scorporo del ramo idrico da Asm”. Questo per conferirlo al gestore unico al 100% pubblico quando scadranno le concessioni agli attuali: “Altrimenti essendo Asm più privata che pubblica (40% del Comune e 60% di Iren ndr) non sarebbe possibile l'affidamento in house” aveva già spiegato Catricalà.
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