gestione acqua
di Francesca Siciliano
24 Dicembre 2022 13:52
Pubblica, privata o mista: sono i tre tipi di gestione dell'acqua il cui futuro si deciderà a breve. A parlarne è Luca Geninatti Satè, professore ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico per abilitazione scientifica nazionale e alla guida del progetto che i gestori pubblici di Acquedueo desiderano presentare ad Ato2.
Quali sono le modalità di gestione dell’acqua possibili e le loro caratteristiche?
Sono di tre tipi: privata, mista e pubblica (in house). Tra queste c’è la possibilità di affidare la gestione a un soggetto terzo, tendenzialmente privato ma che può essere anche partecipato, attraverso una gara che comporta la partecipazione di grandi players. Solitamente si utilizza questa modalità con un operatore privato che, come tale, può avere un'esperienza e una capacità industriale significativa: ma c’è da anche da tener conto che come tale potrebbe avere finalità di profitto e non può trascurare l’equilibrio di bilancio, necessario per la sua sopravvivenza. Il servizio idrico, però, è considerato di rilevanza economica: ammette che possa esserci un margine di guadagno, ma questo non può condizionare la gestione. La finalità di qualsiasi operatore non può fare a meno di considerare gli investimenti da effettuare anche su indicazione del piano d’ambito dell’Ato2. Il secondo tipo di gestione possibile è invece quello mista: in generale viene utilizzata quando si vuole mantenere una governance parzialmente pubblica del servizio, ma nel pubblico non c'è una capacità industriale e quindi si cerca un partner che garantisca
questa dote. Infine, la modalità in house è quella nella quale c'è una governance pubblica che ha acquisito nel tempo una capacità industriale propria e quindi non ha necessità di ricorrere al soggetto esterno. Per definizione non dovrebbe avere finalità di profitto quindi se ottiene utili li reinveste e non li distribuisce. Il modello in-house ha tra i suoi elementi costitutivi il controllo
diretto da parte dei Comuni. Si dovesse ricorrere invece a una gara lo strumento di controllo su un soggetto terzo sarebbe il contratto e se non rispettato comporta delle penali. Con un contratto però credo sia difficile prevedere fenomeni come il Covid o
la guerra.
Il modello in house può essere consortile?
Sì, questo tipo di gestione ha in più la particolarità di poter essere consortile: il gestore può essere partecipato da società consorziate che mettono insieme le proprie capacità, competenze ed esperienze per un interesse comune che è quello di svolgere meglio il servizio. Quindi l'idea sarebbe quella di valorizzare le competenze e le capacità industriali che neltempo le società pubbliche (che oggi sono già gestori) hanno acquisito. In questo modo hanno esperienza e conoscenza diretta del territorio: dalle variazioni climatiche alla morfologia. Attraverso il consorzio c’è un’attività di coordinamento e di integrazione delle competenze che rende più efficiente: per esempio se un soggetto ha sviluppato un software migliore lo mette a disposizione di tutti.
Questi soggetti, inoltre, nel tempo hanno acquisito direttamente maggiore comprensione delle dinamiche e della capacità di reazione del territorio alle emergenze. Hanno quindi maggiore capacità di pianificazione e uno storico di cosa è successo da qui a vent’anni fa: questo è fondamentale per la gestione di un territorio come il nostro, non del tutto omogeneo.
Le tariffe dell’acqua come vengono stabilite e in base a quali criteri?
Il settore idrico è un settore regolato, dove quindi la tariffa in larga parte è determinata dell'autorità di regolazione, ovvero
l’Arera. Il metodo tariffario risponde a formule ed algoritmi che sono a loro volta approvati da provvedimenti normativi. La tariffa inoltre è posta su livelli diversi a seconda delle attività del gestore: una parte della quota remunera la gestione quotidiana, una la manutenzione, una gli investimenti...
C’è quindi una componente di pianificazione che incide sulla tariffa (per chiunque gestisca il servizio) in base agli investimenti che decide di mettere in campo. Quindi la leva tariffaria non dipende certamente dalla natura pubblica o privata del gestore: dipende da altre leve.
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