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intervista

Gestione dell'acqua pubblica: in provincia di Cuneo abbiamo fatto così

Oreste Delfino, attivista del Comitato Acqua pubblica, spiega il percorso

Gestione dell'acqua pubblica in provincia di Cuneo abbiamo fatto così

Situazione simile a quella di Vercelli, in merito alla gestione dell’acqua, per Cuneo. Oreste Delfino, attivista del Comitato Acqua Pubblica di quella zona illustra il percorso intrapreso dall’Ato4 per arrivare all’attuale gestore unico pubblico (ancora parziale ma in dirittura d’arrivo). E’ il 2009 quando la conferenza d’ambito vota una delibera nella quale afferma che il Sii in provincia di Cuneo è appetibile al mercato e bandisce una gara di appalto da effettuarsi entro la fine delle concessioni in essere nel 2017.


“A quel punto – spiega Delfino - si mobilita il Comitato e nel 2012/2013 viene richiesta la convocazione dell'assemblea generale dei sindaci per annullare la delibera del 2009 e formalizzare l’adozione della forma di gestione totalmente pubblica. Nel frattempo, nel 2013, indaghiamo anche sul gruppo Aeta (Egea)”. Tale assemblea viene convocata il 2 luglio del 2015: “Viene posto in votazione un ordine del giorno presentato da alcuni sindaci - prosegue Delfino - che pur ottenendo solo poco più del 9% di consensi costringe il presidente della Provincia (nonchè sindaco di Cuneo) a prendere posizione proponendo un emendamento che rimanda la decisione in merito al gestore unico pubblico a dopo uno studio che ne confermi la fattibilità e si schiera per l’annullamento della delibera del 2009: viene poi attuato dalla conferenza a pochi mesi di distanza”. Così viene affidato lo studio a una società e dopo due anni “l’Autorità d’ambito (divenuta Egato) adotta tutta la procedura propedeutica allo studio di attuazione viene dato l’incarico di formulare il nuovo piano d’ambito 2018/2047 e viene avviata la Valutazione Ambientale Strategica”.

Così nel 2018 viene definitivamente adottato il nuovo piano d’ambito, si individua una forma e vengono rese note le conclusioni che reputano la forma di gestione totalmente pubblica “economicamente e tecnicamente sostenibile". Poi “Il 28
marzo 2018 viene convocata la seconda assemblea generale dei sindaci che esaminati gli esiti dello studio vota a grande maggioranza (76,5%) l’indirizzo per la forma di gestione interamente pubblica. Si crea e si individua così nel 2019 la forma societaria consortile Cogesi che raggruppa tutti i gestori pubblici già presenti e sarà tenuta a raggruppare tutti i gestori misti che i comuni trasformeranno in pubblici o i comuni che intenderanno entraranno direttamente in essa ” .
Cogesi viene creata su tre punti cardine: “è totalmente pubblica, viene stabilito che non può distribuire dividendi e gli utili vengono destinati agli investimenti” sottolinea Delfino.


Arriviamo così al 27 marzo 2019: viene dato l’affidamento in house a Cogesi ed il 14 giugno 2019 viene stipulata laconvenzione di questa con Egato4. Poi “il 27 febbraio 2020 viene votata la determinazione del Valore residuo da pagare ai gestori uscenti del gruppo Aeta”. Durante gli anni ci sono stati dei ricorsi al Tribunale di Roma: "Per far annullare il piano d'ambito nuovo e contro la scelta dell'affidamento in house, ma tutte le sentenze emesse sono state a favore del pubblico" evidenzia Delfino.

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