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Lutto

Vercelli: il ricordo di Giuseppina Scivoletto

Gli anni di studio, i sogni e i traguardi

Candela alla finestra

Riceviamo e pubblichiamo

Mercoledì sera il Consiglio Direttivo dell'Ordine era in riunione quando alcuni colleghi ci hanno chiamato per dirci che Giuseppina Scivoletto era mancata. La notizia ci ha colti sgomenti e commossi, anche se sapevamo del suo stato di salute e della inesorabilità della malattia che l'aveva colpita. Tuttavia, la perdita di una giovane vita è sempre un evento al quale è complesso attribuire il giusto significato.

Avevo conosciuto Giuseppina Scivoletto anni fa, sui banchi della Scuola per Infermieri del nostro ospedale, quando lei, giovane studentessa, si affacciava alla professione e alla vita. La nostra Scuola era un luogo di studio calmo e assertivo. Lei mi aveva incuriosito fin da subito per il suo carattere diretto e a volte duro che poteva anche apparire indisponente. Invece era la sua caratteristica specifica che contribuiva a contraddistinguerla. Sono stati anni di studio e di sogni per chi si affacciava alla vita e alla professione.

Poi la vita professionale all'ospedale S. Andrea, prima in Malattie Infettive, al Pronto Soccorso, tutti reparti altamente impegnativi dal punto di vista professionale e umano. Luoghi dove ci si misura dal punto di vista professionale e deontologico, specie in quegli anni quando i malati di Aids non avevano cure e l'assistenza infermieristica costituiva un elemento cardine per accompagnarli il più serenamente possibile.

Successivamente il Pronto Soccorso e la voglia di migliorarsi e continuare con lo studio. Mi ricordo la gioia con cui mi comunicò di avere terminato un master universitario e che metteva a disposizione dell'Ordine le sue competenze per tutti i colleghi. La sua volontà e la sua determinazione hanno costituito un punto di forza del Servizio Risk Management, ove prestava la sua attività da alcuni anni.

Ora tutto questo resta nella storia e nel ricordo per tutti noi. Giuseppina è andata avanti ed è oltre i nostri affanni. La ricorderò così.

Sit tibi terra levis, amica mia.

Giulio Zella

Presidente

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