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Giovedì santo

La messa crismale in Cattedrale a Vercelli

L’Arcivescovo celebra insieme a sacerdoti e diaconi

Giovedì santo

L'Arcivescovo consegna gli oli santi a monsignor Guasco (foto Morera)

La prima parte di questo odierno Giovedì Santo, 14 aprile, è stato contraddistinta, come da liturgica consuetudine, dalla messa crismale, l’unica in tutta la diocesi, presieduta in Cattedrale dall’arcivescovo di Vercelli Marco Arnolfo.

Benedizioni degli oli santi

«Sacerdoti e diaconi carissimi, siamo qui per celebrare la meraviglia dell’amore di Dio che ha voluto perpetuare la salvezza in mezzo a noi attraverso il nostro umile servizio ministeriale. Vogliamo ringraziarLo, benedirLo, supplicarLo perché conceda pace alla nostra terra, pace tra i popoli, pace nei nostri cuori - ha detto monsignor Arnolfo all’inizio dell’eucaristia - Chiediamo che Dio benedica gli Oli che saranno il segno della Sua potenza, della potenza dello Spirito, della potenza dell’amore che lenisce, che cura, che santifica e che infonde coraggio nella missione che riceviamo da Lui. Ci sentiamo in profonda comunione, come famiglia riunita nel cuore di Cristo». Alla presenza dei presbiteri e dei diaconi eusebiani, per simboleggiare l’unità della Chiesa locale radunata attorno al proprio pastore, ci sono stati il rinnovo delle promesse sacerdotali e la benedizione degli Oli Santi (vale a dire: l’Olio degli infermi, utilizzato per l’unzione delle persone malate; l’Olio dei catecumeni, impiegato per il sacramento del Battesimo; il Crisma, sia per i Battesimi che per le Cresime, nonché per l’ordinazione di nuovi sacerdoti e vescovi e per la consacrazione di una chiesa e di un altare).

messa crismale

«Vorrei ricordare, innanzitutto, la bellezza dell’essere preti, la bellezza del ministero sacerdotale, perché siamo rivestiti dell’umanità di Cristo, della sua umiliazione sulla croce. Chi vede noi deve vedere Gesù, deve vedere splendere la figura di Cristo che oggi lava i piedi. Facciamo risplendere nel nostro sacerdozio l’umiltà, non le vesti del “principe” che governa. Ma c’è un altro motivo bello: l’origine divina della nostra vocazione. Nessuno ha scelto di essere prete per avere un posto o un ruolo di spicco nella società, ma ciascuno di noi è qui perché chiamato da Lui - ha poi detto l’Arcivescovo nella sua omelia - Non vendiamo noccioline, non siamo rappresentanti di qualche ditta, non dobbiamo aver paura di non essere più così richiesti o cos’altro, noi impersoniamo il ministero di Cristo, il quale ha detto di essere unto, consacrato, mandato per portare un lieto annuncio ai poveri, la liberazione ai prigionieri, la gioia agli afflitti. Non importa se la nostra vocazione ha successo o non ha successo agli occhi del mondo; ciò che conta, invece, è che dobbiamo piacere al Signore e spenderci per Lui».

messa crismale

Decisamente toccante il prosièguo dell’intervento di monsignor Arnolfo, che ha deciso di spalancare con grande sincerità e modestia il suo cuore di pastore diocesano. Se da un lato ha fatto intendere presunte fragilità e debolezze umane all’interno del clero vercellese, dall’altro lato l’Arcivescovo ha esortato con grande carità i suoi sacerdoti a ritrovare quell’armonia, quella concordia e quella solidarietà che contraddistinguono (o almeno così dovrebbe essere) chi ha deciso di consacrare la propria vita a Dio: «Vorrei ricordare che Gesù nell’ultima Cena, proprio in questo Giovedì Santo, desiderava ardentemente mangiare la Pasqua insieme con i Suoi discepoli, ma il Suo cuore era anche triste. E la tristezza di Gesù non era tanto per i lontani che non “arrivavano” ancora alla fede, ma per i vicini che creano a volte sofferenze gratuite. La cosa più sofferente per un Vescovo è quando nel presbitèrio ci si fa del male, magari, in modo gratuito. Allora, supplichiamo il Signore, impariamo da Lui a volerci bene. Abbiamo bisogno di aiutarci, di sostenerci a vicenda, di incoraggiarci, di spronarci, di perdonarci anche gli errori che possiamo fare, di guardarci con la misericordia degli occhi di Cristo. Solo così possiamo presentarci forti dell’amore di Dio, potenti della Sua grazia, belli nella Sua umiltà e nel Suo servizio. Coraggio! E’ bello essere preti, è stupendo agire nel nome di Cristo. Non preoccupiamoci quando siamo umiliati nel Suo nome. Risplenda sempre in noi il Suo volto glorioso».

messa crismale

Con l’Ora nona del pomeriggio, poi, terminerà il tempo forte della quaresima, lasciando così “spazio” al Triduo Santo che inizierà con la messa “in coena Domini” che, sempre in Cattedrale, sarà officiata alle ore 18.30 per le parrocchie di Sant’Eusebio (Duomo), Sant’Agnese e San Giuseppe. I fedeli potranno continuare a rimanere raccolti in preghiera con l’adorazione eucaristica nella cappella della reposizione.

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