Annunciata una mostra del "Cecco"
di Giorgio Morera
26 Febbraio 2022 09:55
Sono trascorsi oltre 23 anni da quando Francesco Leale è scomparso il 14 settembre 1998, ma la sua “eredità” continua a far parlare, specialmente in coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato, prima come uomo e poi anche come giornalista e artista.
Puntuale come ogni anno, nonostante il programma decisamente accorciato per le correnti limitazioni governative legate al Covid, è il ricordo che il Comitato manifestazioni vercellesi ha voluto tributare al “Cecco” con la visita di Bicciolano e Bela Majin, Enrico Rampazzo e Maddalena Cardano, nel vicolo a lui intitolato (ex vicolo Baggiolini). Il legame tra Leale e il Carnevale cittadino è sempre stato molto forte, con quella vena creativa trasmessa alla figlia Serena, anche lei apprezzata artista e già autrice di diverse copertine del libretto carnevalesco. C'era proprio lei, con l’amico fraterno Enrico De Maria Ad accogliere le maschere in vicolo Leale, nel primo pomeriggio di venerdì 25 febbraio.
Al ricordo di Leale, quest’anno, si è associato anche quello di Giovanni Barberis, istrionico animatore radiofonico, nonché paroliere ed esperto musicale, anch’egli giornalista, scomparso il 16 gennaio 2021 all’età 76 anni, e che, per diverse edizioni del Carnevale, è stato il “presentatore/intrattenitore” della visita nell’ex vicolo Baggiolini, riproponendo aneddoti e dispensando “regali” curiosi (talvolta insoliti) alle maschere e alle autorità. Per l’occasione, su invito del Comitato manifestazioni vercellesi e dello stesso De Maria, era presente anche Vittorina Michelone, moglie di Barberis.
"Oggi non potevamo mancare, ci è data la possibilità di ricordare e di cantare una canzone insieme perché era ciò che a loro faceva piacere e avevano nel cuore", ha affermato il Bicciolano, parlando delle figure di Leale e Barberis. Espressioni di stima condivise anche dalla “regina” del carvè: "Sono particolarmente emozionata perché ricordiamo due personaggi meravigliosi e che hanno dato tanto a Vercelli". Entrando nel dettaglio, definendo il “Cecco” come un "artista completo", la Bela Majin ha precisato che "l’arte ci dà conforto, diverte, crea emozioni, perché è un linguaggio universale che parla a tutti". Parlando invece di Barberis, essendo di Stroppiana come lui, Cardano ha “rivelato” di essere stata legata "da un effetto che potremo dire familiare perché usava le parole in un modo talmente creativo che io ne ero sempre affascinata", aggiungendo di averlo incrociato sovente in paese "con le sue cuffiette nelle orecchie, ma aveva sempre una frase, anche breve, che mi faceva ricordare qualcosa che vedevamo o del nostro passato".
A proposito di arte, c’è stato un annuncio: per il venticinquesimo di scomparsa di Leale, che ricorrerà nel settembre 2023, Serena Leale ha anticipato che insieme con l’associazione “Amici del Cecco”, guidata da Tony Bisceglia, c’è l’intenzione di proporre al Comune di Vercelli una mostra in Arca con "tutta quella che è stata la sua produzione, con tantissime opere" (conservate accuratamente dalla figlia) e che "non sono neanche mai state esposte o viste".
La tappa in vicolo Francesco Leale, al pari di quanto già avvenuto la settimana scorsa in via Cesare Filippone e via Pino De Maria, non poteva che svolgersi con alcuni intermezzi folkloristico-popolari grazie a Piero Ambrosini (alla fisarmonica) e a Walter Ganzaroli (alla voce e alla chitarra) che si sono esibiti con “Gin Gin”, “Lavandera” (questa scritta proprio da Leale e Barberis, ma musicata da Gianni Dosio), “La gaja fiuraja”, “Vicolo Baggiolini” (interpretata pubblicamente da Ambrosini per la prima volta in assoluto) e “Oh Signùr”: tutti brani che richiamano fortemente la tradizione e il gaudio del Carnevale vercellese.
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