Nuove generazioni e lavoro
di Sabina Schiavon
6 Febbraio 2022 08:30
L’età pensionabile per i giovani europei è aumentata di almeno due anni a causa della pandemia. È quanto afferma il recente studio “Pensions at a glance 2021”, pubblicato da Ocse e analizzato dalla fondazione Openpolis. Ciò che emerge dalla ricerca è un continente che ha visto la popolazione più anziana messa a durissima prova dalla pandemia da covid-19; la popolazione giovane, meno colpita dalla malattia, è però soggetta a tutti gli effetti della crisi economica.
La crisi economica causata dalla pandemia da covid-19 ha messo a dura prova i lavoratori di tutta Europa e, in modo particolare, quelli più giovani. Sono proprio questi ultimi, infatti, ad aver dovuto fare i conti con condizioni di lavoro più difficili e precarie; situazioni che, nei casi di lavoratori molto giovani, si sono sommate a posizioni occupazionali meno stabili e quindi meno pagate.
Ad essere più tutelati durante la fase pandemica sono stati invece i pensionati europei. Le pensioni sono state infatti salvaguardate e, in alcuni casi, affiancate a misure di sostegno del reddito. A livello societario, soprattutto se contestualizzato in un contesto pandemico, è sicuramente un dato positivo. Sul lungo periodo, tenendo anche conto dell’incremento del 20% del numero di pensionati tra il 2008 e il 2018, stiamo però assistendo ad un progressivo invecchiamento della popolazione che porterà all’inevitabile progressivo innalzamento dell’età pensionistica nonostante un debole alleggerimento del sistema pensionistico in Europa (-0,8%).
Le prospettive di innalzamento dell’età pensionabile sono anche dovute, in alcuni casi, alla presenza di quote pensionistiche molto alte in alcuni Paesi europei. Un esempio su tutti è quello del Lussemburgo ma, negli ultimi anni, in tutte l’UE si è assistito ad un aumento della quota di Pil della popolazione in pensione. In Italia, ad esempio, si è passati da una quota del 4,4% del 2010 al 9,8% del 2020; quota che, si stima, potrebbe superare il 15%.
Esistono quindi Paesi in cui la popolazione più anziana guadagna più del reddito medio nazionale:
La crisi demografica in atto così come la pandemia ma anche le attuali crisi economica stanno quindi delineando un quadro in cui i giovani lavoratori europei potranno godere della pensione in età sempre più avanzata. Sebbene, secondo l’Ocse, sia presto per fare previsioni accurate, ciò che è chiaro è che per i giovani europei il futuro pensionistico rimane molto incerto. Le prime stime danno come record di età pensionabile quello della Danimarca, Paese in cui i giovani potrebbero dover andare in pensione a 74 anni. A pari merito, al secondo posto per età più alta, troviamo l’Italia e l’Estonia con 71 anni. L’Italia però si aggiudica anche un record, seppur negativo, all’interno di queste stime: lo Stivale è infatti il Paese in cui la differenza tra età pensionabile attuale e futura è più elevata (9 anni). È la Polonia, invece, lo Stato in cui secondo l’Ocse i giovani andranno in pensione all’età più bassa ovvero a 62,5 anni. Le stime sono misurate dall’Ocse come l’età a cui andranno in pensione i giovani entrati nel 2020, all’età di 22 anni, nel mondo del lavoro.
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