Giorno della memoria
di Redazione La Sesia
27 Gennaio 2021 12:23
Giornata della memoria
Il 27 Gennaio si celebra il Giorno della Memoria e l’Istituto professionale “Lanino”, in questo periodo sta creando un’UdA (Unità didattica di apprendimento) interdisciplinare, un nuovo modo di fare didattica.
"L’UdA è una parte fondamentale del percorso formativo e ne costituisce la base - spiegano gli studenti della classe II A - Corso sociale - Con questo acronimo si indica un insieme di occasioni di apprendimento che consentono all’allievo di entrare in un rapporto personale con il sapere. Viene sviluppato un argomento, o meglio un campo di apprendimento, preferibilmente integrato, cioè affrontato da più discipline e insegnanti, con l’apporto di più punti di vista. Noi abbiamo svolto in Italiano un Laboratorio di scrittura creativa per realizzare l’UdA. Il titolo è 'Racconto e mi metto in gioco'". Spiegano i ragazzi: "Ci siamo immedesimati in un personaggio incontrato in Letteratura, nel programma svolto fino a ora che ci ha colpito particolarmente".
Il racconto di oggi è opera di Camila Santos Botelho, e si intitola "Speranza che porta vita".
Un posto freddo, grigio, spento... Questo e' il luogo della mia nascita.
Mi chiamo Hurbinek, vorrei raccontare la mia storia descrivendo posti caldi e accoglienti, posti felici, vorrei poter descrivere la mia famiglia, vorrei poter dire cosa ho in comune con i miei genitori, ma purtroppo non mi è concesso.
Da quando ne ho memoria mi ritrovo in questo posto, dove le persone sono così spente e terrorizzate che, anche se vive, sembrano già morte. Sono nato proprio qui, ad Auschwitz, un posto in cui la gente entra, avendo davanti a sé' un’ unica certezza, ovvero la morte. Purtroppo non ho idea di chi fosse stato mio padre, sicuramente lo separarono da mia madre appena arrivati nel lager; con mia madre ho avuto il privilegio di condividere giusto qualche giorno, prima che morisse anche lei e così' sono rimasto solo in questo incubo perenne.
A complicare ancora di più la mia sopravvivenza si aggiunge la mia paralisi e il fatto di essere muto. Pur provando a esprimermi, nessuno riusciva a capire da dove venissi o qualsiasi informazione su di me, io tanto meno riuscivo a comprendere la lingua che usavano. In quel posto dove la morte predomina, grazie ad alcune ragazze che mi coccolavano e mi aiutavano e a Henek, un ragazzo di circa quindici anni, quell'inferno diventava meno buio.
Quando tutti mi consideravano il più sfortunato, Henek riusciva a vedere qualcosa in me che neanch'io vedevo. Passava le giornate accanto a me nella speranza di riuscire a capire l'unica parola che riuscivo a pronunciare, ovvero ''mamma'', spronandomi sempre di più a comunicare. Non penso riuscirò mai a descrivere l'importanza che Henek abbia avuto per me e, anche se non riuscivo a dimostrargli i miei sentimenti di gratitudine, sono certo che lo abbia percepito.
Dicono che chi trova un amico trovi un tesoro, io trovai più di questo, trovai un amico, un padre e un fratello, tutti nella stessa persona. Quel ragazzo dal cuore così puro e così empatico si è preso cura di me come se fossimo parenti, eppure noi non eravamo nulla, chiacchierava tranquillamente con me come se lo capissi, mi metteva a dormire, mi portava da mangiare, mi puliva e tanto altro.
Ero nato già senza speranze, ma Henek mi faceva sentire come se avessi le forze per vincere quella battaglia, come se dentro a questo corpo piccolo e atipico ci fosse un leone forte e tenace, amavo questa sensazione, era ciò che mi faceva sentire vivo, vedevo la speranza dell'uomo che avrei potuto diventare attraverso gli occhi verdi e lucenti di Henek. Sapere che, nonostante le apparenze, c'era anche solo una persona che credeva e vedeva del potenziale in me mi dava la forza di provare a sopravvivere.
Penso che tutti si meritino di trovare una persona che ti guardi e veda in te quello che neanche tu vedi. Sicuramente non ho avuto una bella vita, ma aver passato il mio tempo vicino a qualcuno che credeva in me è stata l'unica cosa bella che quel posto mi ha dato.
Non sarò stata la persona più fortunata del mondo, ma posso ritenermi una persona ricca di speranza.
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