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Un convegno online sulla privatizzazione dei servizi

L'attenzione è puntata sul decreto attuativo della Legge Delega sulla Concorrenza

Trasparente come l'acqua: la presentazione

Per problemi tecnici il convegno sul decreto attuativo della Legge delega 118/2022 sulla Concorrenza, che si sarebbe dovuto svolgere nella sede Anci di Torino si terrà solo online. Ma l'appuntamento è sempre per lunedì 28 novembre alle 17: a comunicarlo è il Comitato Acqua Pubblica Torino.

 Il convegno riguarda in particolare l'articolo 8 che secondo gli organizzatori sarebbe stato stravolto e introdurrebbe così la "privatizzazione dei servizi pubblici locali, a partire dall’acqua”. Ma di parere opposto sono altri.

 Interverranno il professore Roberto Cavallo Perin, docente di Diritto Amministrativo dell’Università di Torino, l’ingegner Paolo Romano, presidente SMAT, Mauro Barisone, consigliere comunale di Vinovo, vice presidente ANCI Piemonte e Gianbattistino Chiono, sindaco di Busano, direttivo regionale ANPCI

 Ma in cosa consiste giuridicamente questo decreto attuativo oggetto del convegno?

“Parliamo di un decreto legislativo – viene spiegato – che deriva dalla  Legge Delega 118/2022, che definisce quali sono i servizi pubblici locali e detta i criteri generali per la loro gestione: pubblica, privata, mista e  “in house” e cioè  affidamento diretto della gestione del servizio – senza gara e fuori dal mercato  -  solo alle aziende di proprietà pubblica che lavorino solo per il pubblico: com'era Atena prima della cessione della quota di maggioranza ad Iren".

 Il decreto attuativo della Legge delega n.118/2022, attualmente all'esame del Parlamento, secondo il Comitato Acqua Pubblica Torino, tra le altre cose "escluderebbe  anche la possibilità per le aziende speciali di diritto pubblico di gestire i servizi a rete, ammessa dalla legislazione europea, dalla stessa legge delega e mai messa in discussione in Parlamento; reintrodurrebbe  l’obbligo degli enti locali che scelgono l’autoproduzione dei servizi, di giustificare le ragioni del mancato ricorso al mercato".

Al momento però le "critiche e proteste da tutta Italia sembra abbiano ottenuto la cancellazione del limite di 5 anni delle concessioni dirette della gestione del servizio, che avrebbe reso impossibile una corretta politica industriale e di investimenti alle aziende “in house" che sono il 57% dei gestori idrici in Italia.

"Il decreto attuativo, per essere definitivamente approvato dal Consiglio dei Ministri, deve ottenere non solo il parere consultivo delle competenti commissioni parlamentari ma anche quello vincolante della Conferenza unificata Stato-Regioni, in cui l’ANCI, e quindi i Comuni, avrebbero un ruolo".

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