legge sulla concorrenza
di Francesca Siciliano
25 Novembre 2022 10:27
In cosa consiste il decreto attuativo della Legge delega n.118/2022, attualmente all'esame del Parlamento?
Quali i punti cruciali? A rispondere a queste domande è Corrado Oddi, storico attivista del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua.
“Il decreto delegato – spiega Oddi - che discende dalla legge delega sulla Concorrenza che è stata approvata ad agosto di quest’anno è uno degli ultimi atti del Governo Draghi. Il testo è stato licenziato da uno degli ultimi Consigli dei Ministri ed ora affronta la fase dei pareri. Infatti, i decreti delegati hanno bisogno di un parere della Conferenza Unificata Stato-Regioni-Città e di quello dei due rami del Parlamento. Sono ora all’esame delle Commissioni di Camera e Senato e il termine per il parere definitivo sembra essere fissato al 9 dicembre”. Al tempo, afferma Oddi, la mediazione all’interno della Legge delega sulla concorrenza in fattore di gestione pubblica, anche se “sofferta”, era stata trovata – afferma - Ora invece, tutta la ratio, in particolare per quanto riguarda il riordino dei servizi pubblici locali, secondo noi spinge alla limitazione della gestione pubblica. Malgrado Dopo una lunga discussione parlamentare e lunghe battaglie che avevano portato a una conclusione accettabile, adesso invece il decreto attuativo fa rientrare dalla porta ciò che era uscito dalla finestra”
In particolare, per Oddi ci sono tre questioni che erano state superate e che o addirittura non comparivano nella Legge delega nel disegno di Legge, e che invece ora sembrerebbero ricomparire: “La prima questione – dichiara Oddi – è relativa al fatto che nel decreto delegato si dice che le aziende speciali (per intenderci le ex vecchie municipalizzate) a gestione di proprietà pubblica. Nel decreto si che queste non possono più gestire i servizi a rete. Questo per noi crea un grave vulnus”. Il secondo punto riguarda la gestione in house (affidamento diretto senza gara): “Il Comune qualora optasse per tale scelta – sottolinea Oddi – deve motivarla particolarmente. Significa riconoscere una sorta di supremazia al mercato”.
Infine, nella legge delega “inizialmente - prosegue Oddi - era previsto che la relazione degli enti locali per la scelta dell’in-house dovesse essere mandata all’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, lasciando trapelare una sorta di supervisione di carattere nazionale rispetto alla scelta dell’Ente locale. La discussione parlamentare aveva tolto quest’obbligo e adesso invece lo ritroviamo nel testo del decreto delegato, in un modo un po’ bizzarro”.
Dunque sono i tre punti per cui il Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua ritiene gravi per quello che potrebbe accadere: “Secondo noi è un vulnus istituzionale. Per questo ci opponiamo al Decreto attuativo e abbiamo chiesto audizione alle commissioni parlamentari. A seguito del Referendum del 2011 in realtà poco è cambiato: si continuano a favorire i processi di privatizzazione” conclude Oddi.
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