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legge sulla concorrenza

"Il decreto attuativo crea un vulnus istituzionale"

Il parere di Oddi, storico attivista del Forum dei movimenti per l'acqua

"Il decreto attuativo crea un vulnus istituzionale"

In cosa consiste il decreto attuativo della Legge delega n.118/2022, attualmente all'esame del Parlamento?
Quali i punti cruciali? A rispondere a queste domande è Corrado Oddi, storico attivista del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua.
“Il decreto delegato – spiega Oddi - che discende dalla legge delega sulla Concorrenza che è stata approvata ad agosto di quest’anno  è uno degli ultimi atti del Governo Draghi. Il testo è stato licenziato da uno degli ultimi Consigli dei Ministri ed ora  affronta la fase dei pareri. Infatti, i decreti delegati hanno bisogno di un parere della Conferenza Unificata Stato-Regioni-Città e di quello dei due rami del Parlamento. Sono ora all’esame delle Commissioni di Camera e Senato e il termine per il parere definitivo sembra essere fissato al 9 dicembre”. Al tempo, afferma Oddi, la mediazione all’interno della Legge delega sulla concorrenza in fattore di gestione pubblica,  anche se “sofferta”,  era stata trovata – afferma - Ora invece, tutta la ratio, in particolare per quanto riguarda il riordino dei servizi pubblici locali, secondo noi spinge alla limitazione della gestione pubblica. Malgrado Dopo una lunga discussione parlamentare e lunghe battaglie che avevano portato a una conclusione accettabile, adesso invece il decreto attuativo fa rientrare dalla porta ciò che era uscito dalla finestra”

In particolare, per Oddi ci sono tre questioni che erano state superate e che o addirittura non comparivano nella Legge delega nel disegno di Legge,  e che invece ora sembrerebbero ricomparire: “La prima questione – dichiara Oddi –  è relativa al fatto che nel decreto delegato si dice che le aziende speciali (per intenderci le ex vecchie municipalizzate) a gestione  di proprietà pubblica. Nel decreto si che queste non possono più gestire i servizi a rete. Questo per noi crea un grave vulnus”.  Il secondo punto riguarda la gestione in house (affidamento diretto senza gara): “Il Comune qualora optasse per tale scelta – sottolinea Oddi – deve motivarla particolarmente. Significa riconoscere una sorta di supremazia al mercato”.

Infine, nella legge delega “inizialmente - prosegue Oddi - era previsto che la relazione degli enti locali per la scelta dell’in-house dovesse essere mandata all’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, lasciando trapelare una sorta di supervisione di carattere nazionale rispetto alla scelta dell’Ente locale. La discussione parlamentare aveva tolto quest’obbligo e adesso invece lo ritroviamo nel testo del decreto delegato, in un modo un po’ bizzarro”.

Dunque sono i tre punti per cui il  Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua ritiene gravi per quello che potrebbe accadere: “Secondo noi è un vulnus istituzionale. Per questo ci opponiamo al Decreto attuativo e abbiamo chiesto audizione alle commissioni parlamentari. A seguito del Referendum del 2011 in realtà poco è cambiato: si continuano a favorire i processi di privatizzazione” conclude Oddi.

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