Sulla mia strada
di Monsignor Sergio Salvini
27 Settembre 2025 16:30
Dal Vangelo, Luca 16, 19-31.
C'era un uomo ricco che indossava vestiti di porpora e lino e ogni giorno dava lauti banchetti. Comincia così la parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro. Il primo godeva di un'abbondanza sfarzosa, mentre alle porte della sua casa viveva un uomo pieno di ferite, che sognava di potersi cibare delle briciole che cadevano dalla tavola del ricco. Si trovava in una situazione così disperata che non aveva neppure le forze necessarie per scacciare i cani che gli si avvicinavano per leccare le sue piaghe.
In questo racconto del Signore appare sorprendente la cecità di Epulone. Avrà visto Lazzaro spesso, semi-addormentato alla porta della sua casa. Qualche volta lo avrà anche allontanato con disprezzo per far entrare comodamente i suoi invitati. In nessun momento, comunque, si ferma a guardarlo veramente, non è disposto a perdere tempo con una persona che non può procurargli nessun tipo di beneficio. Lazzaro che giace davanti la porta è una chiamata vivente al ricco per ricordarsi di Dio, ma il ricco non accoglie tale richiamo. È a tal punto immerso nella comodità personale e nel suo egoismo, è incapace di rendersi conto che in questo povero si trova la porta della sua liberazione. E quello che accade a Epulone può accadere a ognuno di noi. Se avesse permesso a Lazzaro di entrare nella sua vita condividendo con lui almeno il suo tempo, sarebbe stato nelle migliori condizioni per incontrare il Signore, perché molte volte la ricchezza di Dio si presenta nella povertà degli uomini.
Gesù ci invita a renderci conto delle necessità delle persone che frequentiamo, a essere più sensibili alle necessità del nostro ambiente. Quando viviamo con Cristo, i nostri problemi personali ci preoccupano meno e, viceversa, va acquistando più peso la sana inquietudine per i più bisognosi. Ecco perché un grande santo diceva "I poveri sono il mio miglior libro spirituale e il motivo principale delle mie preghiere. Soffro per loro e soffro con Cristo in loro e, siccome mi addolora, capisco che lo amo e che li amo".
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