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Sulla mia strada

«Gesù ci invita a sollevare lo sguardo e ad aprire il cuore per riceverlo»

Monsignor Sergio Salvini commenta il vangelo della I domenica di Avvento

Avvento

"La vostra liberazione è vicina. (Lc 21,25-28.34-36)".

Oggi inizia l’Avvento, tempo liturgico che ci prepara al Natale ed anche inizio del nuovo anno liturgico. Un anno dove nell’Eucaristia della domenica leggeremo il Vangelo di Luca.
Questo Vangelo è uno quattro dei vangeli canonici del Nuovo Testamento ed è suddiviso in 24 capitoli. Narra della vita di Gesù e si apre con le nascite miracolose di Giovanni Battista e di Gesù, per poi descrivere il ministero di quest'ultimo in Galilea, fatto di predicazione, esorcismi e miracoli; dopo aver rivelato ai discepoli la propria natura divina con la trasfigurazione, Gesù si reca a Gerusalemme, dov'è crocifisso e sepolto per poi risorgere, comparire ai suoi discepoli e infine ascendere al cielo.


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Prima domenica d’avvento!
Il Vangelo di questa prima domenica raccoglie una parte del discorso di Gesù a Gerusalemme negli ultimi giorni della sua vita terrena. Ci invita a sollevare il nostro sguardo e ad aprire i nostri cuori per riceverlo. L’Avvento ci porta al Natale, e da lì all’attesa del ritorno glorioso di Cristo. Ci chiama a un incontro personale con Lui: ci chiama ogni giorno; ogni giorno ci chiede di liberarci delle nubi che ci avvolgono, delle nostre angustie, dei nostri scoraggiamenti e smarrimenti.
Un tempo per farci spogliare della nostra vita ripetitiva e farci riempire il cuore di speranza, di luce, di desiderio di pienezza.

Questa pagina evangelica ci insegna due modi di vivere: con la testa in alto oppure con il cuore cupo.
Il cristiano è chiamato a vivere con il capo rivolto verso l’alto, come figlio di un Dio che è Padre, che è Amore. Sapendo scoprire la grandezza di ciò che ci sta intorno, dell’amore di Dio che ci avvolge nelle nostre concrete e reali situazioni, nella nostra famiglia, nel nostro lavoro e nel riposo, nei nostri amici.
Cristo ci dà la sua luce, la sua forza, la sua vita per saperlo trovare in ogni cosa. Lì c’è Lui, aspettandoci, per riempirci della sua grazia, del suo modo di vivere e di amare. Ma spesso viviamo con il cuore annuvolato. I nostri problemi, le difficoltà, le nostre miserie e debolezze, le nostre paure, le nostre delusioni, i nostri egoismi e la nostra superbia, sembrano avere il sopravvento. Riempiamo i nostri desideri profondi di felicità, di abbondanza, di generosità, con un alimento che non sazia, perchè viviamo guardando solo a noi stessi.

Gesù oggi ci dà la chiave per vivere ogni giorno con il capo rivolto verso l’alto. Ci chiama ad essere svegli e a pregare. Svegli da quel sonno che gira sempre intorno e se stessi, che ci chiude nella nostra vita con i suoi problemi, gioie e dolori. Un sonno che mette in letargo la nostra capacità di amare e di essere amati, che ci impedisce di godere di questa vita, che ci porta a perdere ciò che di più bello è in essa. Il Signore ci chiama a pregare. In piedi, aspettando Gesù in modo tale che ogni volta che siamo in preghiera riporti i nostri pensieri e i nostri cuori sino a Lui e sino ai nostri desideri più profondi di felicità.

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