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Sulla mia strada

«Gesù vuole che i discepoli di ieri e di oggi lo accolgano al centro della loro vita»

Monsignor Sergio Salvini commenta il vangelo del 15 settembre

Gesù e i discepoli

"Tu sei il Cristo… Il Figlio dell'uomo deve molto soffrire (Mc 8,27-35)".

Nel brano evangelico di oggi ritorna la domanda che attraversa tutto il Vangelo di Marco: chi è Gesù? Ma questa volta è Gesù stesso che la pone ai discepoli, aiutandoli gradualmente ad affrontare l’interrogativo sulla sua identità.
Prima di interpellare direttamente loro, i Dodici, Gesù vuole sentire da loro che cosa pensa di Lui la gente. Ne emerge che Gesù è considerato dal popolo un grande profeta.
Ma, in realtà, a Lui non interessano i sondaggi e le chiacchiere della gente. Egli non accetta nemmeno che i suoi discepoli rispondano alle sue domande con formule preconfezionate, perché una fede che si riduce alle formule è una fede miope.
Il Signore vuole che i suoi discepoli di ieri e di oggi instaurino con Lui una relazione personale, e così lo accolgano al centro della loro vita.

Per questo li sprona a porsi in tutta verità di fronte a sé stessi, e chiede: «Ma voi, chi dite che io sia?. Oggi, rivolge questa richiesta diretta e confidenziale a ciascuno di noi: Tu, chi dici che io sia? Voi, chi dite che io sia? Chi sono io per te?. Ognuno è chiamato a rispondere, nel proprio cuore, lasciandosi illuminare dalla luce che il Padre ci dà per conoscere il suo Figlio Gesù. E può accadere anche a noi, come a Pietro, di affermare con entusiasmo: Tu sei il Cristo.
Quando però Gesù ci dice chiaramente quello che disse ai discepoli, cioè che la sua missione si compie non nella strada larga del successo, ma nel sentiero arduo del Servo sofferente, umiliato, rifiutato e crocifisso, allora può capitare anche a noi, come a Pietro, di protestare e ribellarci perché questo contrasta con le nostre attese, con le attese mondane.

In quei momenti, anche noi meritiamo il rimprovero di Gesù: Và dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. Il credo in Gesù Cristo non può fermarsi alle parole, ma chiede di essere autentico di scelte e gesti concreti, di una vita improntata all’amore di Dio, di una vita grande, di una vita con tanto amore.

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