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Sulla mia strada

Dal cielo viene Cristo che è il “pane della vita”

Monsignor Sergio Salvini commenta il vangelo di domenica 4 agosto

Pane

"Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai (Gv 6,24-35)".

 

“Man hu?” che tradotto significa “Che cos’è?”, è la domanda che gli ebrei dell’esodo si sono posti di fronte ai piccoli semi caduti dal cielo, commestibili. Quella sorte di farina bianca. Dalla domanda deriva il nome manna.  La manna è la risposta di Dio alla fame disperata degli ebrei nel deserto ed è anche un rimprovero alla loro poca fede in Dio che li aveva appena sottratti  dalla mano del faraone.

Gesù, riprende l’avvenimento della manna attraverso quanto dice un Salmo: “In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà  il pane dal cielo, quello vero”. Dio e non Mosè è il donatore.

Il gesto di bontà che Dio ha manifestato nel dono della manna oggi lo ripresenta a noi attraverso il dono di suo Figlio all’umanità, elargendo agli uomini la vita eterna.

L’espressione “chi viene a me non avrà fame” è quasi uguale a quanto la sapienza dice di sé nell’Antico Testamento e la “vita” è una parola che in bocca a Gesù significa sempre la vita eterna. Quando, Gesù dice di se: “Io sono il pane della vita”, intende dire tre cose.

La prima riguarda la manna: ciò che la manna simbolizzava, in Gesù è diventato realtà.

La seconda riguarda il suo insegnamento: le sue parole sono “parole di vita eterna”. La terza riguarda la sua persona: Egli è il pane che dà la vita eterna.

Gesù sta preparando, da ottimo rabbino, il discorso sull’Eucaristia.

La manna è “pane dal cielo”, come dal cielo viene il pane moltiplicato da Gesù e come dal cielo viene la persona stessa di Cristo che è il “pane della vita”.

Il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”.

Il seguire perché si è saziata e chiede cosa deve fare per riottenere sempre gratis il pane.

Le risposte di Gesù riguardano il valore di ciò che la folla ha visto e di cui si è cibata:  per procurarsi tale vita, che solo Gesù possiede, ogni uomo deve accostarsi a Lui, accogliendolo come “colui che è disceso dal cielo”.

Per fare questo, l’unica “opera” che l’uomo può fare, è “credere”: credere è opera di Dio.

Per “credere” necessita un percorso progressivo di avvicinamento a Gesù, comprendendolo e imitandolo.

Da ultimo, Gesù non deve dare “segni” perché egli è il “segno”: è il pane che dona la vita.

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