SULLA MIA STRADA
di Monsignor Sergio Salvini
22 Marzo 2024 16:43
Osanna nell’alto dei cieli.
Con la festa delle palme e ulivi, ha inizio la settimana santa, Pasqua del Signore articolata in giorni e momenti distinti. La domenica delle Palme è riportata da tutto e quattro gli evangelisti, Gesù entra in Gerusalemme, Messia e cioè “re di Israele”.
I brani del Vangelo raccontano sull'evento che si svolgeva durante la festa delle Capanne (dei Tabernacoli), una tra le tre più grande feste del pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme nella processione con le invocazioni "Osanna! Ma nel popolo c'è l'equivoco che egli sia il liberatore dal dominio romano, e ciò con i prodigi e con le armi. Quando il popolo lo vedrà nelle mani di Pilato flagellato e trattato re da burla, allora lo rifiuterà e diventando preda dei capi griderà che sia crocifisso.
L'ingresso di Gesù a Gerusalemme non ha nulla dell'ingresso di un re circondato da militi.
La sua stessa cavalcatura è modesta, seduto su una puledra d’ asina.
Tutti lo vedono, eppure Gesù è accolto come un trionfatore, in virtù dei suoi miracoli.
I discepoli sono anch'essi entusiasti di quell'ingresso, ma solo dopo considereranno bene il perché Gesù era entrato in Gerusalemme con i segni della mitezza e della pace, senza sfavillio di spada.
La vita e la missione di Gesù hanno una direzione e una meta ben precisa: Gerusalemme, luogo teologico in cui tutto si compie, dove darà tutto se stesso e manifesterà l’amore al grado sommo: Non c’è amore più grande di chi dà la vita.
E’ nella preghiera che Gesù trova la forza per superare la tentazione così da rimanere fedele al Padre accettando la Croce.
Diceva Pascal: Gesù agonizza sino alla fine del mondo. Le parole, sulle labbra del morente della croce, esprimono grande desolazione.
L'isolamento di Gesù è totale, la sua solitudine è senza misura. Tutto è consumato! Le braccia di Gesù inchiodate sulla Croce, per sempre rimarranno aperte per accogliere tutti i disperati, tutti i perduti, gli assetati, i derelitti, i traditori, i fedeli e gli infedeli. Il suo cuore trafitto dalla lancia, non si chiuderà mai più, su nessuna miseria, angoscia, ribellione e oppressione.
Gesù sul trono della croce, splendente e trionfante, ha le piaghe gloriose che brillano come diamanti e gli conferiscono una magnificenza che s'irradierà per tutta l'eternità.
Il ramoscello d’ulivo, che la chiesa offre non è un portafortuna, ma un segno-ricordo dell'esperienza di fede in Gesù, un richiamo a restargli fedeli.
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