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Sulla mia strada

«Casa di Dio è l'uomo: non vendiamo dignità e libertà in cambio di cose»

Monsignor Sergio Salvini commenta il vangelo di domenica 3 marzo

Gesù scaccia i mercanti dal tempio

"Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere (Gv 2,13-25)".

Imprevedibile, il gesto di Gesù: con una cordicella prepara una frusta e attraversa l'atrio del tempio, come un torrente impetuoso, travolge uomini, animali, tavoli e monete.
Commuove vedere in Gesù tanta tenerezza e determinazione, dolcezza e forza per la sua casa. In quell’agire inaspettato c’è il coraggio di un eroe.
All'avvicinarsi della Pasqua, gesto e parole, risuonano carichi di profezia: non fate della casa del Padre mio un mercato!
A ogni credente Gesù ripete il monito di non mercanteggiare la fede. Con Dio la legge della compravendita di favori è scadente. Dio non si compra ed è di tutti. Non si compra neanche a prezzo della moneta più pura. Noi siamo salvi perché riceviamo.

Casa di Dio è l'uomo: non mercanteggiamo la vita!
Non immiseriamola alle leggi dell'economia e del denaro. Non vendiamo dignità e libertà in cambio di cose. Non sacrifichiamo la famiglia sull'altare di mammona, non sprechiamo il cuore riducendo i sogni a oro e argento.
La triste evidenza che oggi determina il bene e il male è: più denaro è bene, meno denaro è male. L'esistenza non è questione di affari. Il cuore non si mercanteggia.
Profanare l'uomo è il peggior sacrilegio che si possa commettere, soprattutto se debole, il suo tempio più santo.
I Giudei presero la parola: Quale segno ci mostri per fare queste cose? Gesù risponde: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo riedificherò. Non per una sfida a colpi di miracolo, ma perché tutt'altro è il tempio di Dio: è lui crocifisso e risorto, e in lui ogni fratello.

Casa di Dio è la vita, tempio fragile, bellissimo e infinito.
E se una vita vale poco, niente comunque vale quanto una vita. Perché Gesù sulla nostra pietra ha posato la sua luce.

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