Sulla mia strada
di Monsignor Sergio Salvini
8 Settembre 2023 11:48
"Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello (Mt 18,15-20)".
La correzione fraterna vuol dire che ti voglio tanto bene che se vedo che tu hai un difetto, un peccato, te lo vengo a dire e poi aggiungo: «Ecco la mia spalla», perché correggere vuol dire mettere la propria spalla sotto il problema dell’altro, il quale è debole e se non c’è la tua spalla, crolla. Correggere non vuol dire rinfacciare agli altri i loro peccati, ma piangere i peccati altrui, richiamare il prossimo che pecca e poi portare avanti assieme la guarigione o il suo inizio.
Non ridurre mai l'altro al suo errore, ma aiutare ogni persona, con amore, a superare il proprio errore.
L’altro guarirà non perché gli hai detto il suo errore ma perché mentre parlavi ha sentito il tuo amore e gli è venuta nostalgia anche a lui di amare.
Chi lascia l'altro nel suo errore, senza correggerlo, diventa corresponsabile.
Il perdono di Dio è legato al nostro perdonare, è quel gesto di Dio che è legato indissolubilmente alla nostra libertà; Dio non riesce a perdonare se nella nostra libertà non ci lasciamo cambiare dal suo perdono. Il perdono torna indietro.
Toccherà ancora a Dio riprenderci perché Lui non ci abbandona mai. La storia è sempre dall’amore all’amore, perché il perdono è l'essenza dell'amore.
Amare è perdonare, perdonare è amare.
Perdonare è davvero divino, ma è comunque necessario farlo nella vita. O almeno provarci.
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