Sulla mia strada
di Monsignor Sergio Salvini
30 Giugno 2023 17:11
"Chi non prende la croce non è degno di me. Chi accoglie voi, accoglie me (Mt 10, 7-42)".
Quando Gesù afferma che, per essere degni di Lui, bisogna metterlo al primo posto, riconosce che c’è un ordine nell’amore e un “tesoro” in cui il cuore dimora.
Potrebbe sembrare qualcosa di ovvio, eppure il nostro sentire al riguardo si colloca sempre tra una rigida gerarchia dell’amore e l’illusione di poter amare tutto e tutti allo stesso modo, senza alcuna gradazione.
Oggi Gesù presenta un’altra via, in cui il primato di Dio diventa condizione per amare ogni cosa ed essere, quindi, “degni”.
Il Signore ci propone una relazione con Dio che è, in qualche modo, incompatibile con gli altri sistemi umani, laddove essi sono totalizzanti. I legami umani fondamentali, oltre che luogo di crescita e di libertà, possono essere luoghi di schiavitù e di ostacolo al fiorire della persona. Ne scaturisce dipendenza, paura di deludere l’altro e l’assenza di una reale libertà del cuore.
Mettere Gesù al primo posto significa essere consapevoli che Egli ci dà un amore che nessuno può darci, un amore realmente divino che realmente viene prima degli altri amori. Il primato di Cristo ci rivela tutte quelle situazioni, all’interno delle relazioni umane, che contraddicono la volontà di Dio, e costringono a fare una scelta, anche coraggiosa.
Mai il primato di Dio giustifica le mancanze di amore, anzi conferma e include ogni amore umano, svelando, invece il “falso amore”.
L’amore si identifica con l’accoglienza del Figlio di Dio e si concretizza in una croce presa sulle spalle e con una vita “perduta”.
La croce, spesso identificata unicamente con la sofferenza o come “prova” da parte di Dio, indica la vita donata e non rivolta alla propria conservazione e gratificazione.
L’idea del dono e della “perdita” è molto distante dalla nostra cultura e quindi non edifica la civiltà dell’amore di cui il mondo ha bisogno.
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