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Sulla mia strada

La festa del Corpus Domini affonda le radici nell'ultima cena con i discepoli

Monsignor Sergio Salvini commenta il vangelo di domenica 11 giugno

Ostensorio Corpus Domini

"La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda (Gv 6,51-58)."

La festa del Corpus Domini non è tra le più antiche. La prima volta si celebrò a Liegi nel giugno del 1246, a seguito delle visioni di una suora ospedaliera, Giuliana di Mont-Cornillon, che desiderava rafforzare l'onore per l'Eucarestia di fronte a insorgenti polemiche contro la presenza reale di Gesù nel pane e nel vino. Diversi prodigi avvenuti nello stesso periodo, tra cui il miracolo di Bolsena con il corporale insanguinato da un'ostia spezzata da un sacerdote dubbioso, sotto gli occhi della corte pontificia che si trovava a Orvieto, convinsero Urbano IV a estendere la festa a tutta la Chiesa latina.
Questa festa però affonda le radici nell'ultima cena di Gesù con i discepoli, quando trasformò il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue.

Questo mistero sta nel cuore stesso della Chiesa, è anzi fonte e culmine della sua stessa vita. È fede ininterrotta della Chiesa che nell'Eucarestia – tocchiamo una delle dimensioni della "carnalità" del cristianesimo – vi sia il "corpo" di Cristo, secondo le parole pronunciate da Gesù. Con questa festa si sottolinea in modo particolare la presenza reale di Gesù nell'Eucarestia.
E potremmo aggiungere che Gesù non è presente in qualsiasi modo nell'Eucarestia, ma come pane "spezzato", ossia come uno che continua a donare la sua vita per la salvezza di tutti. Gesù continua a "spezzarsi" per noi e a versare il suo sangue per la nostra salvezza. Il "pane consacrato" polemizza con il nostro modo consumista di vivere, con la salvaguardia spasmodica di noi stessi e dei nostri interessi particolari; quel "pane santo" è una contestazione, silenziosa ma decisa, di un mondo ripiegato su se stesso.
Sono significative allora le tradizionali processioni con l'Eucarestia (oggi, dopo il Covid 19, possono riprendere) che in questo giorno si fanno lungo le strade delle città.
C'è bisogno che si veda Gesù passare nuovamente sulle nostre strade per salvare e aiutare tutti. C'è bisogno che il "Corpo di Cristo" si veda ancora camminare per le vie del mondo.

E si potrebbe accostare a questa processione eucaristica anche quell'altra processione quotidiana di poveri che traversa le nostre strade. Anch'essi sono il "Corpo di Cristo" e traversano, tra l'indifferenza dei più, i nostri passi. Il messaggio è chiaro: ambedue sono corpo reale di Cristo. E Cristo non è diviso, a meno che non lo dividiamo noi.

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