cerca

Sulla mia strada

"Chiunque voglia essere pastore delle pecore deve essere in comunione con Gesù"

Monsignor Sergio Salvini commenta il Vangelo di domenica 30 aprile

Gesù buon pastore

"Io sono la porta delle pecore (Gv 10,1-10)".

Il racconto delle varie apparizioni di Gesù dopo la risurrezione, che ha interessato la liturgia delle domeniche successive alla Pasqua, cede ora il posto ad immagini quanto mai significanti, con le quali Gesù presenta agli uomini l'essenza della sua personalità e della sua missione.
L'immagine del buon pastore fu cara alle prime comunità cristiane che la tradussero in graffiti, sculture, bassorilievi, come simbolo della tenerezza di Cristo.
Nel Vangelo di oggi si intrecciano varie immagini, di cui le principali sono due: la porta e il pastore. Gesù dice: Io sono la porta. Che significa? La metafora è impiegata con un duplice significato. La prima è la porta attraverso la quale passa il pastore; la seconda è la porta attraverso la quale passano le pecore.

Il senso è evidentemente diverso. Nel primo caso Gesù afferma che chiunque voglia essere pastore delle pecore, deve essere in comunione con lui, altrimenti è un brigante. Nel secondo si dice che l'unico vero accesso alla salvezza, alla vita abbondante, è Gesù stesso.
Non dimentichiamo che il brano è il seguito dell'episodio del cieco nato, col conseguente scontro con le guide di Israele, che hanno deciso di espellere dalla comunità chi riconosce Gesù come Messia. Questi sacerdoti e farisei pretendono di essere pastori di Israele e scacciano il cieco guarito. Si vede chiaro che a loro delle pecore non interessa nulla. Di fronte a un cieco nato che viene guarito non provano nessuna gioia, il loro interesse è il sabato. Hanno perso l'amore per le pecore e per la loro vita. Essi, dice il Signore, sono ciechi e guide cieche, che per di più pensano di vederci. Di fronte a questo, Gesù rivendica di essere la vera e unica porta di accesso alla vita, alla salvezza. Entriamo per la porta, e lasciamoci guidare solo da chi entra per la porta, cioè da chi è in comunione con lui. Ecco il messaggio.
Siamo così all'immagine del pastore: è lui il vero e proprio pastore, l'unico. Di fronte a chi si presenta come pastore, punto di riferimento, guida, dobbiamo domandarci se "entra per la porta", se è uno attraverso il quale arriva la cura e l'amore del pastore unico, attraverso il quale egli si rende, sia pure imperfettamente, presente. Altrimenti non fidiamoci, non seguiamolo, si tratta di un brigante, che in vario modo mette le pecore a servizio di se stesso e dei propri interessi.

Commenti

Condividi le tue opinioni su La Sesia

Caratteri rimanenti: 1500