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Sulla mia strada

"Cancelliamo la parola 'straniero': non esiste il diverso, ma solo l'uomo"

Monsignor Sergio Salvini commenta il Vangelo della seconda domenica di Avvento

Avvento

"Convertitevi: il regno dei cieli è vicino! (Mt 3,1-12)".

Il profeta Isaia in questa domenica canta un canto gioioso all'umanità, pieno di speranza. È ormai tempo di mettere in soffitta ogni pessimismo ed ogni amara delusione. Avvicinandoci al Natale sentiamo di avvicinarci alla nascita di un mondo nuovo in cui anche il lupo e l'agnello potranno vivere insieme. Le nubi spariranno, la pace tornerà ad abbracciare i popoli, la giustizia trionferà, l'amore universale sarà legge comune.
Perché avvenga questo è necessario essere disposti e capaci di «accoglierci gli uni e gli altri, come Cristo ha accolto noi» ci dice San Paolo, anche se non siamo «campionatura di santi» e invece «incalliti peccatori».
La storia è misteriosamente guidata dalla mano di Dio e nessuna mano umana può fermarla o cambiarle direzione.
Pensare di chiudersi nel proprio guscio dimenticando tutto e tutti è porsi «contro Dio». Noi respiriamo l'aria della globalizzazione, della mondialità. Ciò che accade in un paese lontano ci coinvolge personalmente.

La parola «straniero» dovrebbe essere cancellata dal vocabolario. Il «diverso» non ha da esistere: esiste solo l'uomo. In nome di questo principio dobbiamo accettare «come familiare» ogni persona. Siamo cristiani per realizzare e favorire la nascita dell'umanità come «famiglia di Dio».
Chi si ferma a spartire l'umanità in base al colore della pelle, alla diversità delle lingue, delle religioni, delle etnie è totalmente fuori dalla logica di Dio.
Cristo non è venuto a salvare soltanto una razza umana, ma tutti gli uomini. Giovanni Battista, protagonista dell’Avvento, alza la voce per gridarci in faccia l'invito a convertirci, a cambiare mentalità e cuore. Se restiamo ingabbiati nei nostri settarismi, nelle nostre chiusure mentali, nelle nostre cieche visioni del mondo siamo fuori strada.
Ed esserlo oggi è davvero un peccato e una gravità. È giunto il tempo di avere il respiro dell'universalità ed il cuore ampliato perché ogni uomo possa sentirsi «a casa propria» tra veri fratelli.
È un doveroso passo di Avvento da compiere.

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