Sulla mia strada
di Monsignor Sergio Salvini
25 Novembre 2022 16:27
"Vegliate, per essere pronti al suo arrivo (Mt 24,37-44)"
La sonnolenza del cuore rivela una povertà nell'amore. Svegliarsi dal sonno, essere desti, saper attendere, manifesta, al contrario, un desiderio di amore incontenibile. L'attesa è desiderio, e il desiderio è promessa di amore.
Ha inizio un altro anno liturgico: un tempo pieno, perché l’Avvento è tempo di Dio, destinato all'attesa e alla vigilanza. Saper attendere e vegliare è una beatitudine severa che prepara alla speranza e all'incontro di amore, quest’anno con l’aiuto dell’evangelista Matteo.
Quattro settimane suddivise in due tronconi: il primo, tempo d’Avvento per preparare l’attesa di Dio in quel giorno finale. Il secondo, tempo per preparare il Natale sulla terra.
La grazia dell'Avvento, che inizia con un invito pressante a vegliare, è una chiamata a dare un'impronta diversa alla vita.
Se viviamo nell'incoscienza, senza percepire il nostro tempo, la nostra storia, i drammi e le infedeltà del nostro cuore, ci troviamo senza accorgercene nel precipizio. Gesù ci invita a vegliare: perché non sappiamo quando il Signore verrà. Non sta insinuando la paura che toglie il gusto di esistere. Tutt'altro. Sta alimentando il desiderio, per sentirci innamorati di un Dio sposo, che viene per rivelare il suo amore misterioso e incomprensibile alla sposa, la Chiesa.
E' appagante tenersi pronti perché viene il Figlio dell'uomo, quando meno lo immaginiamo.
L'amore è fatto così. E' sempre una sorpresa. Questo tempo liturgico è tempo di gioia soave, dolce, pacata, misurata ma promettente.
Una gioia che inizia alla luce dell’albeggiare all'orizzonte, appena iniziamo a sentire il misterioso profumo del Signore che viene.
E’ questo un tempo forte, per dare più spazio e intensità alla preghiera.
E’ l'amore, che ci chiede di sperimentare, giorno dopo giorno, l'ebbrezza del bisogno di Lui. La Parola di Dio insistentemente ci invita, ci sprona a vivere la speranza in pienezza.
Sì, camminiamo nella Luce del Signore, perché a noi è affidata l'avventura di andare con gioia incontro al Dio-che-viene, come in un grande pellegrinaggio di fratelli che apprendono, lungo il viaggio, il linguaggio della pace, della fraternità, della comunione e del perdono.
Sì, accendiamo la lanterna: è ora!
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