Trans Am Bike Race Nonstop
di Diego Melara
5 Luglio 2025 14:00
Antonio Fabrizio Crisafi
Antonio Fabrizio Crisafi è rientrato in Italia dagli Stati Uniti dopo aver conquistato la Trans Am Bike Race Nonstop. L'atleta del Myg Cycling Team, classe 85, è partito il 1° giugno da Astoria, Oregon, ed è stato il primo a tagliare il traguardo a Yorktown, Virginia, dopo 22 giorni e 9 ore e quasi 7000 km, attraversando una decina di stati, diversi fusi orari, e affrontando escursioni termiche e condizioni climatiche estreme.
Antonio, ci racconti quando e come nasce la passione per la bici e l'ultracycling.
Ho iniziato ad andare in bici da piccolo. A diciott'anni ho iniziato con le randonnée e da lì distanze sempre più lunghe e sfide sempre più estreme come la Capo Nord-Tarifa.
Trans Am Bike Race è stata più o meno dura rispetto alle altre gare?
Capo Nord-Tarifa è stata fisicamente più dura: quasi 8000 km e molto più dislivello; ma mentalmente, questa in America è stata più dura.
Ci sono stati momenti in cui ha pensato: "Chi me l'ha fatto fare?"
Quasi tutti i giorni, più volte al giorno.
Strategie della gara?
I primi giorni fai conoscenza, poi inizi a studiare e a capire chi ha il tuo passo. Un lituano aveva il mio stesso passo, ma perdeva più tempo nelle soste, e ho giocato su questo. L'ultimo giorno ho pedalato per 600 km in 27 ore di fila. Quando lui si è svegliato io avevo già preso un bel vantaggio.
Quali condizioni climatiche ha affrontato?
Nel nord-ovest, faceva freddo. Alla partenza 10-12 gradi. Poi una grande escursione termica in Montana e Colorado, nella zona del Grand Canyon. Al mattino partivo anche sotto zero, a -2 -3, fino ad arrivare poi a 30/35 gradi di giorno. Quindi, tanta escursione termica. Finite le montagne, verso il Kansas cambia tutto, il paesaggio è più monotono, rettilineo, temperature anche di 40/42°.
Come si è gestito dal punto di vista alimentare?
Mi fermavo nelle "gas station", negli autogrill. Per questo l'alimentazione non è il massimo, e andavo avanti a pastiglie per l'acidità di stomaco.
Ci sono stati imprevisti significativi o situazioni particolari?
Ho bucato una volta, ma su 7000 km ci sta. È arrivato un uragano, ho bussato a una porta, marito e moglie mi hanno ospitato. Invece, nel Kentucky meridionale ho passato tre giorni di paura. Quella parte d'America è piena di gente “poco raccomandabile” (riferendosi al dramma sociale che colpisce gli assuntori di Fentanyl, che rende le persone dei “moderni zombie”). Lì ho avuto modo di conoscere una signora, che mi ha trovato una sistemazione in una struttura che era un centro di recupero. Mi ha spiegato che mi doveva chiudere dentro, altrimenti se mi avessero visto, avrebbero spaccato tutto per entrare. L'indomani sono dovuto uscire dalla porta di sicurezza e andare via. Per 1000 km ho avuto queste due paure: cani e gente non proprio a posto. Un’esperienza dura di testa, ma nel complesso positiva.
Qual è il suo prossimo obiettivo?
L'Australia. Li c’è la: Trans Oz Ride. Ma anche Asia o Africa. Sono questi i tre continenti che mi mancano e li voglio girare tutti.
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