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Hall of fame

Fedrico Grassi: "Lo sport, l'amore per Baggio e la Pro..."

L'attore vercellese ha ottenuto una standing ovation leggendo il tributo a Bozino

Hall of fame della Pro Vercelli

Alex Tacchini e Federico Grassi durante la serata dedicata alla Hall of fame

Bustocco, ma vercellesissimo d'adozione (da parte di moglie) da più di 30 anni, allievo prediletto del sommo Vittorio Gassman, ha lavorato con i più grandi: Giorgio Strehler, Turi Ferro, Dario Fo, Albertazzi. Nell'agosto del 2024 ha vinto il Premio Nazionale "Franco Enriquez", è attualmente direttore artistico del Teatro Sociale "Delia Cajelli" di Busto Arsizio. Federico Grassi è stato tra i protagonisti assoluti della serata di Gala della Pro Vercelli Hall of Fame.

Da Enrico IV, a Goldoni, a Pirandello, passando al recente Jago di Shakespeare, ma anche da scritti sportivi su Angelo Piccaluga (lo scorso giugno) e Bozino: Federico, come si fa a passare nell'arco di un anno da un personaggio all'altro con tale naturalezza e al contempo qualità espressiva sul palco?
Lo si fa lavorando e studiando molto, ricercando continuamente dentro sé stessi. Lo si fa con tutta la passione di cui si è capaci, amando follemente e disperatamente ciò che si fa. Lo si fa perché si ha la consapevolezza che si potrebbe impazzire se non potessimo più farlo. Lo si fa fuggendo con tutti noi stessi dalla barbarie di quest’epoca. Lo si fa respingendo l’imperativo assoluto di questo modello di società malata “tenersi sempre e continuamente”, trovando la forza e il coraggio e provando l’ebbrezza del lasciarsi andare e del precipitare, rinnovandoci ogni volta. Lo si fa giocando, senza prendersi troppo sul serio. Lo si fa per incontrare l’altro da noi. Lo si fa perché è il gioco più bello del mondo. Viva il teatro, sempre.

La sua lettura del testo di Alex Tacchini sul mitico presidente dei sette scudetti Luigi Bozino ha fatto semplicemente trattenere il fiato al pubblico del "Civico", con tanto di standing ovation finale. Se la aspettava, tanta attenzione?
In un passato recente ho calcato molte volte il palcoscenico del Civico ed il pubblico vercellese mi ha sempre riservato un’accoglienza calorosa e generosa, cosa di cui non posso che ringraziarlo. Il testo di Tacchini era ben scritto, in una forma che si prestava ad una lettura interpretativa, ricco di immagini e sensazioni preziose: ringrazio anche lui, oltre a fargli le mie congratulazioni per aver creato un evento di grande professionalità ed impatto sul pubblico.

Tra i suoi indubbi meriti, l'essere sinceramente tifoso di calcio (Juventus), di sport (Tennis, Formula 1) e anche affettuosamente per la Pro Vercelli: conferma? E qual è stato per lei il calciatore italiano più grande del Dopoguerra?
Confermo tutte queste mie passioni. La Juventus purtroppo mi sta regalando grandi delusioni e facendo penare, ma si rimane sempre tifosi. Il tennis invece mi sta facendo vivere, come a tutti gli appassionati, momenti di vera gioia: Sinner va considerato sicuramente l’atleta dell’anno. Il vertice di un movimento cresciuto moltissimo. Non dimentichiamo i vari Berrettini, Musetti che adoro, Sonego ed altri giovanissimi come Arnaldi e Cobolli. E le donne fresche vincitrici della Billie Jean King Cup. Un momento davvero magico. Seguo naturalmente, con tanti amici e con affetto, le venture della Pro Vercelli che ringrazio per il graditissimo omaggio di una maglia dedicata che conserverò con cura e orgoglio fra i cimeli più cari. Nessun dubbio sul più grande calciatore italiano del dopoguerra: Roberto Baggio per distacco. Non ho mai amato nessun’altro come ho amato lui. La penso come Cesare Cremonini che in una sua famosissima canzone dice “da quando Baggio non gioca più … non è più domenica”.

Perchè, secondo lei, una figura così importante per lo Sport italiano come Bozino è rimasta così a lungo in ombra?
Difficile rispondere. Non è il primo e non sarà l’ultimo, temo. E’ vero che appartiene ad un’epoca lontana e chiusa storicamente, forse anche il suo carattere schivo ed umile non ha aiutato. Certo qualche responsabilità la si può comunque imputare ai vercellesi distratti. Ho apprezzato l’annuncio del sindaco Roberto Scheda che ha preso l’impegno di intitolare una strada cittadina al mitico presidente Bozino. Mi pare il modo più serio per restituire a questa significativa figura l’importanza che merita.

Nella serata della Hall of Fame, sono arrivati (...in un freddo lunedì sera di fine novembre) nella nostra città circa 750 tra ex calciatori, dirigenti, tecnici, ma anche tifosi da tutta Italia: segno che - qualora valorizzato - il "brand Pro Vercelli" potrebbe riscuotere un certo interesse?
Non potrebbe essere altrimenti. La Pro Vercelli è un pezzo importante della storia del calcio italiano. Iniziative come quella della “Hall of fame” non possono che aumentare il valore di questo brand. E costituire un patrimonio prezioso di memoria storica. Una memoria importante fatta di documentazione, ricerca e divulgazione come quella realizzata da Alex Tacchini. In un’epoca in cui anche la memoria ha ormai solo il valore dell’evento e della celebrazione, c’è un giorno della memoria ogni giorno dell’anno, la memoria attiva di queste iniziative hanno il pregio di farci comprendere da dove veniamo, per capire il nostro presente e interpretare meglio ciò che potremo diventare.

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