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Amara sconfitta per l'Italia nella semifinale ai Mondiali di Hockey

Finale 3° e 4° posto: azzurri alla ricerca del bronzo, un podio che manca da troppo tempo

C'è solo da essere orgogliosi di questi ragazzi, di questa nazionale che ha messo in pista tutto e di più, ma non è bastato per centrare il sogno finale.

Resta l'amarezza e la delusione negli occhi dei protagonisti e del pubblico sugli spalti per le sorti della gara; dopo un avvio scoppiettate degli azzurri, e un secondo tempo condizionato da qualche episodio. Ed è risaputo che quando una partita è in bilico sono proprio gli episodi a fare la differenza. E in questa semifinale l'episodio clou, è stato a 9'17'' dal termine, quando un goal di Andrea Malagoli è rimasto "fantasma" alla vista degli arbitri. 

 *fotogramma preso in rete (foto originale, Roberta Mirabile)

Forse non sarebbe cambiato nulla, o forse sarebbe cambiato tutto. Ma è andata così e alla fine ha vinto chi ha saputo sfruttare di più e al meglio le occasioni. Ambo le formazioni avrebbero meritato di approdare alla finale, dopo una partita incredibile e dalle mille emozioni, giocata a tutto cuore da uomini che si sono dati battaglia per 50' con reciproco rispetto.

Pronti, partenza e Italia subito avanti dopo soli 30'' grazie alla realizzazione di Alessandro Verona

Vantaggio che però dura lo stesso lasso di tempo, c'è subito il pareggio di Facundo Navarro Van Kets.

Partita apertissima, le squadre si affrontano a viso aperto e sono i due portieri a fare la differenza.

Al 7' Argentina avanti: cartellino blu per il capitano degli azzurri Giulio Cocco, tiro diretto trasformato da Luca Martinez, 2 a 1.

Pala Igor Sold out,  e aveva proprio ragione il tecnico Alessandro Bertolucci quando al termine della sfida dei quarti di finale con l'Angola, da noi intervistato, diceva: "sono convinto che giocheremo più disinvolti e più rilassati perché ci sarà il palazzetto pieno e lì troveremo quella spinta che questa sera c’è mancata". E così è stato. La forza del pubblico trascina l'entusiasmo degli azzurri che ritrovano il pareggio tre minuti più tardi con Francisco Ipinazar

Altri tre minuti e Giulio Cocco manda il pubblico in visibilio trasformando un tiro diretto, 3 a 2. 

I ritmi della gara restano altissimi e a 8'28'' dalla conclusione la formazione albiceleste trova il pareggio ancora con Facundo Navarro Van Kets, che firmerà così una doppietta.

Sul 3 a 3 le squadre tornano negli spogliatoi.

Quando la gara riprende, una legnata del capitano Lucas Ordoñez sorprende gli azzurri che stavano forse ancora riprendendo le misure con gli avversari che già avevano messo in difficoltà Riccardo Gnata poco prima chiamandolo ad un salvataggio in extremis. 

Gli azzurri ce la mettono tutta, ma Costantino Acevedo fa buona guardia neutralizzando le minacce.

A 10' dalla conclusione, Luca Martinez realizza la 5a rete.

Il sogno azzurro si allontana via via che il tempo scorre: lo sa il pubblico, lo sanno i giocatori. Spinti, ancora, dal sostegno che proviene dagli spalti gli azzurri ingranano quella marcia in più che serve, danno tutto e trovano la rete con Malagoli, ma questa non viene convalidata dagli arbitri Ruben Fernandez e Ivan Gonzàlez.  Lo stupore si mischia a rabbia e frustrazione.

L'Italia assedia la porta avversaria trovando di nuova la rete con Andrea Malagoli a 5'32'' dalla conclusione, 5 a 4.

24'' più tardi, cartellino blu per Facundo Bridge e per l'Italia l'occasione di cambiare la partita. Il peso e la responsabilità sono tutt esulle spalle del capitano Giulio Cocco. La pressione mentre si destreggia e piazza la palla sul dischetto è palpabile.

Ha la meglio Acevedo, e gli azzurri non riescono a sfruttare con successo anche i successivi minuti di power play.

L'attacco azzurro prosegue ma la gara si chiude così.

Argentina dunque in finale con la Spagna, uscita trionfante dalla sfida, arbitrata dal vercellese Marco Rondina con il collega Joseph Silecchia di Giovinazzo,  alla lotteria dei rigori con il Portogallo. Squadra questa che affronterà l'Italia. 

Azzurri alla ricerca del bronzo,  un podio che manca da troppo tempo.

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