Lutto nel calcio
di Alex Tacchini
4 Febbraio 2024 15:23
Kurt Hamrin
Fu anche allenatore della Pro Vercelli, dal novembre del 1971 al gennaio del 1972, il grandissimo centravanti svedese Kurt Hamrin, tra i più prolifici, tecnici e sportivamente spietati della storia del Calcio, mancato a Firenze la mattina di domenica 4 febbraio 2024 a 89 anni.
A differenza della sua carriera da giocatore, in via Massaua Kurt non ebbe fortuna. E il suo andamento deludente sulla panchina dei Leoni lo portò alla decisione, definiva e senza sconti con sé stesso, che per quella carriera non fosse portato. La stagione del ritorno della Pro in Serie C 1971-72, quella pochi mesi dopo la fatidica “monetina” del comunale contro la Biellese, fu a dir poco travagliata. Inizia Cuscela, poi Sergio Bellomo dalla 7ª giornata. In Società, presieduta da Gian Aldo Arnaud si optò quindi (a sorpresa) per l'ingaggio di Kurt Hamrin, uno degli attaccanti più puri, prolifici e di classe che la Serie A abbia mai avuto: lo svedese di Stoccolma (dove nacque il 19 novembre 1934) viene infatti chiamato all’ombra del Sant’Andrea dagli amici Ugo Ferrante e Giovanni Pirovano con cui aveva giocato nella Fiorentina.
“Uccellino” - questo il suo soprannome, da Kurt per la verità mai amato - ha sì un grande passato da calciatore, ma nessuna esperienza come allenatore. Gestire una situazione difficile come quella della Pro, con una rosa vastissima, e senza alcuna conoscenza dei giocatori a disposizione non si rivelerà un gioco da ragazzi. Così, nonostante l’entusiasmo iniziale della tifoseria, la sua esperienza a Vercelli durerà solo il battito di ciglia, dalla 9ª alla 23ª giornata. Le cose per Hamrin infatti si erano subito messe in salita. Sconfitta in casa dalla Pro Patria del neo trainer Giorgio Calloni (1-0), la Pro perde anche a Lecco ed a Solbiate. I ko si susseguono, compreso il ko interno di misura con l’Alessandria, in un match dove succede di tutto e che con un pizzico di fortuna in più, si sarebbe anche potuti arrivare al pareggio che avrebbe fatto morale, dato che la Pro, dopo la 14.a, è fanalino di coda. Ci si renderà presto conto che l'ingaggio di Hamrin non sia stata la giusta cura per la Pro malata, che a metà torneo gira ultima con 11 punti. Per vedere un successo dello svedese bisogna attendere 13 turni, quando i bianchi battono la capoclassifica Venezia con un gol di Tonelli (in mezzo, i ko con Verbania, Seregno e Udinese, e i pareggi con Piacenza, Rovereto, Imperia e Legnano). La prestazione è di alto lignaggio, ma è un fuoco di paglia; perché dopo il pari di Cremona (0-0) giunge addirittura la sconfitta casalinga contro il Derthona (2-0) che costa la panchina anche ad Hamrin, chiamato ad un compito per il quale probabilmente non era preparato. A Belluno, dalla 24ª, sarà dunque nuovamente Sergio Bellomo a prendere il bastone del comando.
L’ultimo match da mister della Pro di Hamrin fu dunque quello giocato domenica 27 febbraio 1972 a Vercelli, allo stadio comunale “Leonida Robbiano”: PRO VERCELLI-DERTHONA 0-2 PRO VERCELLI: Branduardi (Caligaris 66'), Olivetti, Benassi, Soldo (1’ st Bonni), Jussich, Dezio, Rossi B., Stara, Bissacco, Maioni, Del Barba. All.: Kurt Hamrin. DERTHONA: Domenghini, Ghidoni (20’ pt Beltrami), Spinelli, Consolandi, Gastaldi, Consonni, Cipelli, Bonacina, Solbiati, Ardemagni, Martini. All.: Cesare Campagnoli. Arbitro: Schena di Foggia. MARCATORI: 8’ pt Solbiati (D), 44’ pt Solbiati (D). A noi piace ricordare “Uccellino” (soprannome da lui sempre odiato) per le sue memorabili vittorie sul campo: Hamrin conquistò infatti 2 Coppe Italia con la Fiorentina (1960-61 e 1965-66) e uno scudetto col Milan (1967-68), 2 Coppa delle Coppe, con la Fiorentina (1960-61 e col Milan: 1967-68) e soprattutto la Coppa dei Campioni sempre in rossonero nel 1968-69, oltre al titolo di vicecampione del Mondo con la sua Svezia, battuta nel 1958 solo dal Brasile di un giovane, ma già immenso, Pelè. Per la ricca storia della Pro Vercelli, già straripante di per sé di leggende, è stato comunque un onore assoluto avere Hamrin come piccolo, grande mattone dell’epica della Bianca Casacca. Ciao, Kurt.
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