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La storia della Pro

Berlusconi batte Pro Vercelli 1-0

Nel settembre del 2019 fu il presidente del Monza in persona a suggerire la tattica per battere i Leoni

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi prima della partita contro la Pro (foto @alextacchini)

Da vero amante ed intenditore di calcio, l’ex Presidente del Consiglio e del Milan Silvio Berlusconi – scomparso all’età di 86 anni (e mezzo) lo scorso 12 giugno 2023 – conosceva bene l’epica di una squadra storica e gloriosa come la Pro Vercelli.

Nessuno però poteva immaginare che il visionario imprenditore di Arcore, ideatore del complesso residenziale di Milano 2 e fondatore di Canale 5 sarebbe arrivato un giorno addirittura a suggerire all’allenatore della propria squadra su… come battere le Bianche Casacche. Tutto avvenne la sera di un sabato di fine estate, addì 14 settembre 2019. Il campionato era quello di Serie C - Girone A 2019-20 (quello che sarebbe poi stato interrotto per la tragedia della pandemia di Covid), giunto alla sua 4ª giornata. Alle ore 20:45, allo stadio “Brianteo”, si sfidarono Monza (di cui Berlusconi, insieme al fidato amico e dirigente Adriano Galliani, era da un anno diventato quotato deus ex machina) e Pro Vercelli. La disparità in campo, al fischio iniziale del signor Daniele Rutella di Enna, coadiuvato dai colleghi Daisuke Emanuele Yoshikawa e Giorgio Rinaldi, entrambi di Roma, poteva apparire netta quasi quanto la vigilia di un Manchester City-Inter. Il Monza di mister Cristian Brocchi giocava con un 4-3-1-2: Lamanna, Anastasio, Fossati, Bellusci, Chiricò (22’ st Mosti), Brighenti (22’ st Marchi), D'Errico (36’ st Iocolano), Finotto (22’ st Gliozzi), Scaglia, Armellino, Lepore (36’ st Sampirisi). A cercare di dar filo da torcere, il 4-3-3 della giovane Pro di mister Alberto Gilardino (ex centravanti del Milan di Berlusconi e attuale mister che ha appena riportato il Genoa in Serie A). A sorpresa, la gara fu tutt’altro che una passeggiata per i brianzoli padroni di casa.

Monza pro

Il Pallone racconta infatti che andò esattamente così: “….Se la settimana prima un doppio arcobaleno aveva salutato il successo della Pro sull’Albinoleffe, stavolta una splendida luna rossa - come le maglie dei padroni di casa del Monza – aveva romanticamente accolto l’ingresso in campo delle due squadre, nella splendida cornice del “Brianteo”. Rosso, come il semaforo che a giochi fatti, fermerà la squadra di Gilardino al fischio finale, ma anche assolutamente gravido di buone sensazioni sulle qualità tecnico-tattiche ed umane del gruppo che l’ex campione del mondo sta plasmando, a fronte di un budget infinitamente più basso rispetto a quello dell’avversario di proprietà Berlusconiana. Alla fine vince chi da pronostico, doveva vincere (4° successo consecutivo monzese), ma per farlo, i padroni di casa hanno dovuto sudare le classiche sette camicie. TATTICAMENTE, i Ragazzi di Gilardino prevedevano e hanno messo in atto una gara doverosamente in copertura (spazi tra le linee stretti al centimetro, chiusi e sigillati alla grande), ma parallelamente priva di alcun timore reverenziale, senza mai sbagliare nulla in difesa. Ritmi sempre alti e godibilissimi, con gli ospiti che lasciano letteralmente a bocca aperta i 4.000 del ‘Brianteo’ per non come non perdano testa, né palla, di fronte alle folate degli uomini di Brocchi. Purtroppo non hanno goduto di ampi spazi sia Azzi (che nel 2023 sarà promosso in A col Cagliari di Ranieri, ndr) che Cecconi, ben limitato dalla retroguardia di casa. Piuttosto, era nella ripresa, quando le batterie iniziano a calare e i padroni di casa alzano ancora di più i ritmi, che fosse lecito attendere un prevedibile crollo bianco, che invece di fatto non si è mai verificato. E anche dopo essere passati in svantaggio, i Leoni hanno vedere letteralmente i sorci verdi al Monza. Gilardino conferma l’11 che sette giorni prima aveva avuto ragione dell’Albinoleffe: 4-3-3 con Moschin tra i pali; difesa a quattro con Franchino, Masi, Auriletto e Quagliata; a centrocampo Graziano, Schiavon e Mal; in avanti Azzi, Cecconi, Varas. Nella panchina di lusso del Monza, gli ex Palazzi e Marchi. In attacco, fa paura il duo Finotto-Brighenti. Sarà invece ben neutralizzato. Poche, le squadre nell’attuale Serie C che possano permettersi di sostituirli con Marchi e Gliozzi...

LA GARA. Sin dall'inizio è costante la pressione dei biancorossi di casa, ma con nessuna occasione da rete vera e propria. Rispetto alle altre avversarie, la Pro non si fa intimorire dalla presenza delle maglie rosse e non subisce il solito inizio veemente della squadra di Brocchi. Anzi. Cerca da subito di rallentare i ritmi per evitare di lasciare campo ai giocatori di casa. Passano i minuti, il Monza rimane saldamente padrone del gioco, ma rimane poco incisivo al momento di tentare la conclusione a rete, per la bravura della Pro su ogni palla, su ogni azione, liofilizzando ogni pericolo. Proteste da una parte e dall’altra, una spallata di Masi su Chiricò in area vede l’arbitro sorvolare, così come su un atterramento di Armellino su Varas. Al 22′ pt la Pro Vercelli prova a scuotere l’equilibrio con una conclusione da fuori area che non crea troppi grattacapi a Lamanna. Al 27' pt Finotto scambia bene con Chiricò e si ritrova a tu per tu col portiere, ma da due passi non centra la porta. Scampato il pericolo la Pro Vercelli risponde con un’insidiosa conclusione di Mal che manca di poco il bersaglio, quindi alla mezz’ora Moschin neutralizza una conclusione dalla distanza di Lepore. Al 33′ pt la Pro Vercelli ci prova con una punizione di Franchino, fuori misura. 37' pt: reclama Brighentiper una possibile trattenuta in area, non è dello stesso avviso Rutella di Enna che comanda la ripresa dal fondo. Nella ripresa gli ospiti guadagnano campo, così Brighenti ha due grosse occasioni in 4 minuti: la prima (57’) viene salvata sulla linea dalla difesa eusebiana (punizione da posizione defilata sulla destra di Chiricò che calcia forte a girare sul primo palo dove è appostato Brighenti che spizza di testa, con Moschin costretto ad una disperata quanto strepitosa respinta d’istinto e di ginocchio sul primo palo: si reclama il gol ma la palla non è entrata del tutto in porta), mentre poco dopo (61’) manca la rete da una distanza minima (tutto solo, a pochi metri dalla porta non riesce clamorosamente a non inquadrare la porta su perfetto cross di D’Errico). I Leoni sanno controbattere. Corre il 69' e sul primo corner della ripresa per la Pro Vercelli battuto da Franchino, il colpo di testa di Comi si stampa la sfera sul legno, ma il gioco era già stato fermato. In tre minuti, il possibile uno a zero diventa zero a uno. Al minuto 72 ecco infatti la rete vincente per i biancorossi: percussione biancorossa da destra, Quagliata azzecca il tackle, ma poi scivola, la palla carambola e fa proseguire l’azione monzese. La sfera arriva così ad Anastasio (futura bianca casacca) che - sul versante opposto, quello mancino - non ci pensa due volte e da 20 metri spara il suo sinistro bucando la porta, grazie ad una deviazione di…rene/spalla/coscia dell’incolpevole Franchino (1-0). Sarà il gol partita. L’unico sorriso ti scappa, nel vedere tutto lo stadio in piedi a cantare “Eh, la vita l’è bela” di Cochi-Renato-Jannacci (Canzonissima 1974, ndr). Il Monza tenta il colpo del ko (75′: ancora D’Errico dalla sinistra, Moschin respinge con i pugni), ma la reazione della Pro Vercelli è commovente, quanto veemente ed immediata. Roba da orgoglio, davanti ai 4.000 che tremano e iniziano a guardare (loro!) il cronometro, per vedere quanto manchi alla fine. Così, mentre il pubblico monzese canta, tra il serio e il faceto “Berlusconi portaci in Europa”, è su calcio di punizione al 78’, di Quagliata (pennellatissimo e potente, verso l’angolino sinistro basso della porta), che l’ex Genoa Lamanna compie letteralmente un miracolo in allungo sulla sua destra in tuffo, su questa palla salvata che scatena l'applauso del ‘Brianteo’ e la nostra contemporanea disperazione in tribuna, sempre a due passi da Silvio e Paolo Berlusconi e Adriano Galliani, che ora si guardano, sorridono, alzando gli occhi al cielo per il pericolo scampato. Nei minuti finali, Pro tutta protesa disperatamente in avanti a caccia del pareggio e che concede logicamente più spazi; così Moschin è bravo ad evitare il raddoppio brianzolo (sarebbe stata punizione eccessiva, sebbene plausibile), opponendosi alla grande ad una conclusione di Gliozzi.

Tacchini, Riva Vercellotti e Berlusconi

Il Monza vola così a quota 12 punti a punteggio pieno, la Pro rimane a quota 6. Se all’intervallo del primo tempo eravamo già riusciti a scambiare due parole col presidente Berlusconi, a fine gara lo riavvicinammo nuovamente (nella foto sopra da sinistra Alex Tacchini, il consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti e Silvio Berlusconi) per interviste che – come al solito – non avrebbero avuto nulla di rituale e che da sole avrebbero fatto un titolo. Il presidente del Monza, infatti, esordì così: “Avevo seguito attentamente in televisione tutte le partite precedenti della Pro Vercelli: una squadra che ha certamente nel suo dna la capacità di fare lanci improvvisi per gli attaccanti, in modo da metterli in condizione favorevole per calciare in porta. Questa sera non è successo - proseguì Berlusconi - perché avevo dato consiglio io a Brocchi e alla nostra difesa di marcare a uomo: e non posso che essere molto soddisfatto. Da segnalare il fantastico gol di Anastasio e la meravigliosa parata di Lamanna sulla punizione di Quagliata. I tifosi chiedono di portare il Monza in Europa? È sempre così: avete visto anche tutte le fotografie che mi hanno chiesto di fare in tribuna questa sera... Come faccio a sottrarmi, ci sono tantissimi bambini a chiedermele, e tanti sono ragazzi del nostro settore giovanile. Il Monza mi sta entrando nel cuore?” Ci pensa un po’ su, poi: “…Diciamo che quando faccio una cosa, mi piace farla bene. Gilardino? Era stato un nostro giocatore ai tempi dell’ottimo Milan, ma guardiamo al futuro: perché il passato è passato e non torna più”. Quel futuro recente, avrebbe portato a Berlusconi e al suo Monza la tripla soddisfazione del salto dalla C alla B e quindi di una storia promozione in Serie A, suggellata quindi da un campionato 2022-23 da protagonista, in cui i biancorossi di Palladino sarebbero riusciti a battere addirittura Juventus ed Inter. Di sicuro, le ultime gioie sportive di un uomo, un personaggio-protagonista assoluto che – da qualsivoglia angolazione lo si possa o voglia valutare o giudicare – ha indubbiamente scritto la storia d’Italia, sportiva e non, degli ultimi 40 anni. Pro Vercelli compresa.

(foto @alextacchini)

 

 

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