di Alex Tacchini
7 Maggio 2023 10:57
È in giornate come quella denominata “Pro&Palmeiras day”, svoltasi allo stadio “Silvio Piola” dalle 9,30 alle 20,00 di sabato 6 maggio, che si spostano veramente in avanti le asticelle della storia (sportiva) di una, anzi due terre così lontane, così (ora, finalmente) più vicine.
Non crediamo di esagerare se - dopo la bellezza di 109 anni da quella storica tournée ad invito che Pro Vercelli e Torino effettuarono in Brasile – i legami tra il Club Bianco ed il Palmeiras siano stati riallacciati in una maniera sontuosa, sincera e commovente. Il club “verdone”, come è noto, fu fondato proprio dalla colonia di italo-brasiliani che folgorati da quelle partite amichevoli dell’estate del 1914 coi vercellesi (di Milano I, Leone e Ara e del presidente Bozino) e coi torinesi di Vittorio Pozzo, pensarono di creare a loro volta un sodalizio che non a caso portò la denominazione “Palestra Italia”. Il Palmeiras, nuovo nome (con la “P” di Palestra però sempre ben presente del logo) costretto a virare per motivi politici di alleanze durante la Seconda Guerra Mondiale, non solo è uno dei club più importanti e vincenti del Brasile, ma lo è a livello mondiale, con 3 Copa Libertadores disputate, tre Mondiali per club sfiorati, oltre al record di titoli nazionali. Si è così invertita la cortesia: se più di un secolo fa, furono gli italiani ad impreziosire quella trasferta sudamericana, oggi con la copiosa calata del colorato ed entusiasta popolo verde di tifosi musicanti e ritmati della torcida al “Piola” e di una rappresentanza della loro dirigenza, è la Sociedade Esportiva Palmeiras ad aver fatto sentire grande il club dei Sette Scudetti di via Massaua.
I germi di un tale risultato, si sa, sono sempre molti e ci pare giusto – per livello di rigorosa cronaca – ricordarli senza se e senza ma: da un’idea del tifoso americano John Costa, ripreso sulle pagine de ‘La Sesia’ da quel redattore illuminato e appassionato che fu il nostro indimenticato Paolo Sala (ricordato sabato durante i tour turistici effettuati al “Piola”, i primi nella storia dell’impianto sorto nel 1932: dato, anche questo sicuramente storico che speriamo si possa fulgidamente ripetere copiosamente in maniera regolare, dato il successo e la religiosa attenzione di chi ha seguito); alla preziosa e tenace liaison del tifoso Alessandro Balbis col mondo paulista; all’implementazione degli stessi del presidente effettivo (ed oggi onorario) Franco Smerieri, all’umile suggerimento di chi scrive alla ‘vice-pres’ Anita Angiolini, immediatamente accolto col brillare dei suoi meravigliosi occhi, di scegliere proprio il colore verde (anzi, verdone) identico a quello del Palmeiras come terza maglia della Pro Vercelli, non più tardi di due anni fa. Il che, è avvenuto operativamente ancor prima del ristabilirsi delle relazioni – poi andate efficacemente in porto – con la dirigenza stessa dell’Academia de Futebol.
Che, sino appena qualche mese fa, sembrava lontano, lontanissimo. Irraggiungibile. Ciliegina sulla torta, il sistematico lavoro ai fianchi e organizzativo dell’area marketing ed informatico della Pro Vercelli (Alessandro Piccica, Sebastiano Regis) che ad inizio anno erano riusciti a far arrivare a Vercelli la redazione giornalistica e dei filmmaker giovani ed entusiasti del canale Selecao Italia che portano il nome di Fabrizio Spaolonzi, Alessandro Gaini e Thiago Dalla), a confezionare un prodotto video multimediale che in Brasile ha letteralmente spopolato come meme su Tik Tok e reel, tornando a far parlare e a conoscere il brand Pro Vercelli oltreoceano (sperando di non aver dimenticato nessun tassello in buona fede). La dirigenza Pinciroli, quindi, sopra ogni altro, è stata capace di condurre in porto qualcosa che poteva apparire solo nel libro dei sogni di ogni tifoso dei Leoni. Così, se nel “Pro&Palmeiras day” i momenti lieti e gioiosi sono stati davvero tanti (amichevoli, influencer scatenati come ZwJackson, Ragnar GK, Jpata, Chris Laway, Sergio Cruz Pereira, challenge in campo con Karim Laribi, calate di acrobati dei tecnici specializzati della Skyedil dal glorioso tetto della tribuna liberty con volo in cielo di palloncini rigorosamente verdi e bianchi, offerte gastronomiche, conferenze e i già citati giri turistici dello stadio, dello spogliatoio, della palestra della AS Pro Scherma e delle ville Bertinetti e Visconti limitrofe) su tutte sono spiccate le presenze in veste di ambasciatori di figure monumentali come quella del direttore delle relazioni esterne del Palmeiras Marcelo Solarino e dei campioni come Josè Altafini ed Evair, emozionati nel sedersi dove si accomodava Silvio Piola a vedere la partita o nel “poter camminare dove i vostri avi che ci hanno fondato” dello stadio (nel loro punto preciso della pelouse del rettangolo di giuoco).
Il culmine emozionale e storico, appunto - come si ricordava nell’incipit - di questo evento, è stata senza dubbio la consegna da parte di una lettera firmata dalla presidente del Palmeiras Leila Mejdalani Pereira (oltre che dallo stesso Solarino e dal direttore dell’Archivio Storico del clun paulista Josè Ezequiel Filho) a Franco Smerieri, in cui si afferma tra le tante suggestioni che “(…) Palmeiras e Pro Vercelli hanno percorsi che si intrecceranno sempre in una fratellanza di reciproco rispetto, affetto e ammirazione”. La missiva (che potete leggere integralmente in allegato e che siamo certi non mancherà sicuramente di fare bella presenza nella teca di un futuro ed auspicato Museo della Pro Vercelli e dello Sport Vercellese), annunciata al pubblico sugli spalti, non manca di emozionare e non è che un tributo ed un ringraziamento innanzitutto a quegli uomini illuminati ed entusiasti che più di cento anni fa riuscirono nell’impresa di comunicare e parlarsi in un tempo in cui era decisamente meno facile di oggi. E allora, grazie, Palmeiras: obrigadi. E até breve (a presto davvero)!
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