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Lu e Cuccaro Monferrato

Un "Barone" per Sheva

Ad Andriy Shevchenko l’undicesima edizione del Premio Liedholm

Premio Liedholm

La consegna del premio ad Andriy Shevchenko

Le colline del Monferrato che vanno da Lu a Cuccaro sembravano stavolta avere qualcosa di sinuoso in più, tra il malinconico, il grande e l’affascinante, proprio come gli occhi di Andriy Shevchenko, undicesimo campione ad essere iscritto nell’Albo d’Oro del “Premio Nils Liedholm”, grande uomo ancor prima che giocatore e allenatore svedese, vicecampione del Mondo a Svezia ’58 e pluriscudettato con Milan e Roma.

Premio Liedholm (foto Tacchini)

La premiazione dell’attaccante ucraino (Pallone d’Oro 2004) è avvenuta mercoledì 16 novembre nella sala d’onore della splendida ‘Villa Boemia’, tenuta ed azienda vinicola dove l'allenatore svedese ha vissuto dalla metà degli anni settanta fino alla sua scomparsa, nel 2007. Shevchenko, in forma smagliante e in arrivo da Londra dove attualmente risiede, al momento della premiazione (riservata a personalità che si siano particolarmente distinte non solo sul campo ma anche nella vita), non ha mancato di ricordare i dolori del suo popolo per la guerra in corso. Non a caso, nella motivazione del premio è stata "(...) Per i grandi risultati raggiunti nei ruoli tecnici e dirigenziali ricoperti a livello internazionale, e per il contributo, dato nel corso della sua lunga e importante carriera, allo sviluppo di un calcio basato su grandi qualità umane oltre che tecniche".

Alla manifestazione hanno partecipato il figlio di Nisl, Carlo Liedholm, l’organizzatore Fabio Bellinaso, il giornalista di Dazn Alessandro Alciato (che da vero fuoriclasse nell’affabulazione ha introdotto, facendo venire i brividi, la carriera del giovane Andriy – impressionante l’aneddoto del papà del campione che scopre la radioattività del pallone con cui giocava nell’aprile del 1986, a poche ora dal disastro nucleare di Chernobyl, seguito da un piccolo documentario sulla guerra in Ucraina), il grande giornalista della Gazzetta dello Sport e Rai Alberto Cerutti (“Scusaci, Andriy: questo premio dovevamo dartelo prima”). Sheva, elegantissimo attorniato da una folla di tifosi milanisti: "Sono felice di essere qui, di aver vinto questo riconoscimento prestigioso. E' un grande onore, ci sono tanti collegamenti con Liedholm - ha detto Shevchenko - Io sono cresciuto in Ucraina e lì il nome importante era quella di Valerij Lobanovskyj, sia come uomo che come allenatore. E quando sono arrivato nel Milan ho sempre sentito parlare con grande rispetto di Liedholm, un grande allenatore che ha fatto esordire il mio caro amico Paolo Maldini e di cui mi ha spesso parlato anche il mio assistente Mauro Tassotti (presente alla cerimonia: “...credo che Sheva rappresenti in pieno i valori di Nils, perché è stato un grande giocatore oltre che un bravissimo allenatore. Sia Liedholm, sia Shevchenko sono stati rispettati da tutti nel mondo del calcio, ed è una cosa rara. Un rispetto che entrambi si sono meritati sul campo con la loro eleganza ed educazione”). Sono felice - prosegue Shevchenko - per questo premio ed ancora di più per come l'Italia abbia accolto i cittadini ucraini. Siamo sotto attacco dei russi che continuano a bombardare le nostre città. Spero che gli italiani continueranno ad avere un grande cuore nei confronti del mio popolo. Cosa mi diceva il mio tecnico e mentore Valeri Lobanovski? Niente, quello che sanno tutti: “Quello che metti in allenamento, lo ritrovi in partita”.".

Premio Liedholm (foto Tacchini)

L’albo d’Oro del Premio Liedholm vede 2011: Carlo Ancelotti; 2012: Vicente del Bosque; 2013: Michel Platini; 2014: Paolo Maldini; 2015: Roberto Donadoni; 2016: Claudio Ranieri; 2017: Vincenzo Montella; 2018: Leonardo; 2019: Sara Simeoni e Claudio Marchisio; 2020: non assegnato causa COVID; 2021: Stefano Pioli; 2022: Andriy Shevchenko. Non è tutto: i locali della sede dell’associazione Liedholm sono stati messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale di Lu Cuccaro per ospitare alcuni cimeli in una mostra temporanea (destinata a diventare permanente in futuro) Tra i pezzi in mostra, anche alcuni taccuini, delle vere e proprie chicche, sui quali “il Barone” valutava le prestazioni dei suoi giocatori, riportava i marcatori e annotava gli schemi degli avversari.

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