La presentazione
di Alex Tacchini
9 Febbraio 2022 17:51
I tre nuovi acquisti della Pro Vercelli Gelmi, Guindo e Jocic
Nel corso della conferenza stampa di presentazione del cosiddetto mercato di “riparazione” di gennaio (, dalla dirigenza della Pro Vercelli sono emerse conferme e soddisfazioni, ma anche autocritiche. Ad esordire è l’Ad delle Bianche Casacche Paolo Pinciroli: "E' stato, il nostro, un mercato molto oculato e di prospettiva, che ci ha portato tutti ragazzi dalla carta di identità ‘fresca’. Del resto, la nostra gestione deve sempre essere molto equilibrata e ad ogni entrata deve corrispondere un'uscita. Unica nota negativa è l'infortunio a Guindo. Per me, fare il mercato è stato come vedere dei bimbi entrare in un negozio di giocattoli. Erano scatenati, e avranno ricaricato il telefono 8 volte al giorno, chiaro che alla fine i risultati siano arrivati. Una cosa è certa: abbiamo buoni rapporti con tutti". Dg Raffaele Vrenna, si accosta così al pensiero: "Abbiamo centrato tutti gli obiettivi e anche oltre le aspettative: subito ad inizio due colpi e poi dei giovani su cui puntare forte, nel finale. Siamo soddisfatti di cosa stiamo riuscendo a creare qua a Vercelli".
Poi, il dg aggiunge: "Se altre realtà ci richiederanno Matteo Rizzo, che è un 2004 e Della Morte (che secondo me ha fatto lo step per essere un vero giocatore), Macchioni e Louati? Difficoltà nessuna: anzi siamo onorati e se ci bussano alla porta sappiamo come accoglierli. Sottolineo anche il recente rendimento della nostra difesa e la promessa di voler aggredire la classifica da qui in poi".
A chiosare la prima parte, è ds Alex Casella: "Il nostro percorso di campionato è stato altalenante e questo mercato ci ha visto operare dunque con un'idea diversa da quella iniziale. Del resto, se domenica affronteremo la prima con 20 punti di distacco (il SudTirol, ndr), qualcosa abbiamo sbagliato ed è giusta che io faccia autocritica. Il nostro è stato un mercato in funzione del futuro di breve e medio periodo. E il futuro di questa categoria sono giovani. Come ben sapete, li battezziamo ‘giovani’ solo qui in Italia, perché all'estero compaiono già nelle rose da protagonisti. Ad aiutare, in questo senso, è il nostro trainer, l'avrete capito: non guarda la carta di identità ma all'efficacia dell'11 da mandare in campo. Non sempre, però, tutto ciò che si tocca diventa oro. Il trittico di gare che ci attende? Un banco di prova che ci permetterà di verificare, sempre che vi sia ancora, dato il nostro recente percorso, il gap tra noi e loro. Purtroppo Rolando è squalificato”. Poi, sul futuro della Serie C, con 60 squadre a tre gironi: “Finché non si mette mano alla riforma della C, ci costringe ad agire così, in ottica ‘sostenibilità’. La C è un danno economico per tutti e quindi confermo che per noi l'obiettivo rimanga la Serie B. Senza sradicare, ovviamente la mentalità".
Direttore, che categoria avrebbe in mente, allora?
“Una Terza Categoria Professionistica a girone unico, da denominare come si vuole (Serie C è Elite?). Avrebbe una maggiore copertura mediatica e un superiore interesse da parte degli sponsor, con un 4° livello, però semiprofessionistico. Solo così si aumentano le risorse. Faccio un esempio: una volta cambiate le regole di redistribuzione degli incentivi del minutaggio dei giovani, ora la Pro prende 3 volte meno di due anni e mezzo fa".
Spazio ora ai tre nuovi ragazzi approdati, come si suol dire, alla corte di mister Franco Lerda. Il primo è l’altissimo Ludovico Gelmi, ex Feralpi (da Alzano Lombardo, dove è nato il 2 maggio 2001), che ha già 15 gare di C girone A 2021-22 sulle spalle: "Le mie caratteristiche? Sono un portiere completo, rapido, ma devono essere gli altri a giudicarmi. E ve ne sono altre su cui lavorare. La Pro? Una società a dir poco storica: solo il nome ti invoglia e dove c'e tutto. Sceglierla è stato così semplice! Come gioco con i piedi? Saperlo fare, al giorno d'oggi è essenziale. E dipende da mister a mister. Con la palla tra i piedi sono confidente. Pensare che da bimbo ero attaccante. Il mio idolo? Beh…facile: Gigi Buffon". Il diciottenne belga-maliano Momò Guindò, con tanto di piede ingessato dopo la frattura al quinto metatarso, interrogato…ehm in francese maccheronico, dai poveri giornalisti che hanno sfoderato una Lingua transalpina da far invidia ai…Celti (ma inteso come gruppo musicale, non come Popolo): "Bonjour à tout. Comment on dit, ici? ‘Bianca Casacca’? Sono un attaccante veloce: corro, credo di essere tecnico. Mi piace attaccare la parte centrale del campo, ma anche giocare dietro o sulle fasce, ma soprattutto fare gol. Amo Weah. Come mi sono fatto male? Sono saltato di testa e purtroppo sono caduto male sul piede". Chiude questo siparietto davvero ‘fresco’, come aveva anticipato Pinciroli, di questi ragazzi con tanta speranza negli occhi, il 21enne centrocampista serbo Bogdan Jočić, via Hellas Verona, che sciorina un buon italiano: "Non voglio parlare di me: mi piace tenere, servire e giocare con la palla e so che devo correre e crescere tanto: d’altronde è il mio primo anno coi grandi. Felice, davvero, di essere qui: Vercelli è una bella città. Darò il mio massimo. Il mio idolo? Kevin De Bruyne del Manchester City”. Lo salutiamo, strappandogli (anzi, a tutti e tre) una promessa: se mai giocheranno nel Manchester (o nel Chelsea), in conferenza, ricorderanno, davanti ai microfoni, questo momento alla Pro. A noi, per sapere come andrà, non resta che attendere qualche annetto.
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