Istituto istruzione superiore Cavour
di Redazione La Sesia
29 Novembre 2025 13:29
Dietro lo schermo, dove le parole fanno rumore. Comincia sempre così: una mattina qualunque, due classi, un’aula che sembra uguale alle altre. Poi qualcuno pronuncia la parola “violenza” e la normalità si scolla un po’, come se per un istante la superficie liscia delle cose lasciasse intravedere quello che di solito rimane sotto. È accaduto il 27 novembre, all’I.I.S. Cavour, dove la prima A SSAS e la quarta A SSAS hanno inaugurato un percorso che durerà per tutto dicembre. Un percorso che non è una parentesi, ma un modo per imparare a guardare meglio il mondo.
L’incontro, parte della rassegna culturale d’Istituto, è stato organizzato da Paola Arlone – Direttivo Educatore Servizi Sociali – Settore Politiche Sociali del Comune di Vercelli e gestito da Coverfop. In aula Paola Grasso, la psicologa Elisabetta Momo e i giovani volontari Emma Meda e Andrè Junior: voci diverse, età diverse, competenze diverse. Perché la violenza di genere – è proprio questa la prima verità che viene fuori – non si affronta mai da soli.
Il progetto si chiama Dietro lo schermo e già il titolo suggerisce un cambio di prospettiva. La violenza non è un lampo improvviso, ma un fenomeno che nasce da una diseguaglianza sedimentata, da abitudini millenarie che fanno sembrare ovvio ciò che ovvio non è. Si lavora sugli stereotipi, sull’osservazione, sui segnali minuscoli: un tono di voce, un’assenza, un gesto di chiusura. E gli studenti sono chiamati non a “imparare una lezione”, ma a riconoscere la responsabilità che ciascuno ha nel rompere un silenzio. Quel che appare con evidenza, senza bisogno di meriti o proclami, è che la scuola qui non si mette al centro come protagonista, ma come luogo. Luogo dove la comunità educante si allena a guardare negli occhi ciò che tanti preferirebbero non vedere. Luogo in cui chi insegna impara, chi ascolta parla, e chi arriva per portare un progetto esce portando con sé una domanda nuova.
Il percorso proseguirà nelle prossime settimane: incontri, confronti, momenti di ascolto attivo e di riflessione guidata. Non per trovare risposte definitive – la violenza non si lascia ridurre a un decalogo – ma per allenarsi a riconoscerla, ad affrontarla, soprattutto a non lasciarla sola. Perché la violenza di genere, quando finalmente la si osserva senza schermi, fa rumore. E a quel rumore, studenti e docenti del Cavour hanno deciso di non più voltarsi dall’altra parte.
La redazione dell'Istituto Lanino
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