scuola
25 Marzo 2024 19:21
Venerdì 22 marzo, nell’Aula magna dell’Istituto Tecnico “ Cavour”, organizzato dal Dirigente scolastico professor Paolo Massara e dalla professoressa Giulia De Santis, si è tenuto l’ incontro del dottor Alessandro Napoli, magistrato della Corte dei Conti di Torino, con gli studenti delle classi 5a A AFM - SIA, 5a B AFM, 5a E S.C., 5a S.S.A.S., 4a D TURISMO e 4a F C.A.T. e degli allievi del Liceo economico sociale dell’I.I.S. “Lagrangia” accompagnati dai loro docenti e dal Dirigente scolastico professori Giuseppe Graziano.
Che la Corte dei conti, organo ausiliario del governo introdotto in Italia dal 1862, abbia funzioni di controllo di legittimità su atti del bilancio e funzioni giurisdizionali, su contabilità pubblica e responsabilità patrimoniale dei funzionari civili e militari dell’amministrazione, lo si sapeva in quanto studenti di Diritto.
Nell’attenzione comune di noi allievi e delle nostre professoresse Sabrina Campisi e Antonella Ferrero e dei docenti presenti, le parole dell’alto magistrato ci hanno chiarito vari dettagli, spaziando dalle cinque magistrature (compresi titoli per accedervi) a dovuti cenni all’opera di Cavour (discorso già introdotto dal nostro dirigente). Quindi focus su servizi pubblici e stato sociale (bilancio: 1000 miliardi; voci di spesa: sanità, dipendenti pubblici, previdenza, servizi). Particolarmente interessanti le note sulla gerarchia delle fonti, su Costituzione e ventilate riforme; sull’approccio Follow the money nel contesto operativo della Corte dei conti anche europea. L’Italia, secondo paese per debito pubblico, è in posizione delicata durante le campagne elettorali a causa di promesse fatalmente inconsistenti. L’aspetto etico della materia diventa concreto se si pensa al danno al patrimonio pubblico che le Corti dei conti cercano di arginare controllando l’oculatezza di spesa.
In conclusione, la magistratura italiana non rinuncia a chiedere conto ai funzionari pubblici del loro operato.
L’applauso spontaneo che ha chiuso l’incontro indica la nostra consapevolezza che dai tempi di Montesquieu sono state scritte pagine illuminanti in difesa dei diritti fondamentali dei popoli. Da secoli i maestri della giustizia ricordano la necessità dell’indipendenza e separazione dei poteri: noi giovani non dobbiamo perdere fiducia nella capacità di cambiare le cose e nulla potrà fermare questa crescente presa di consapevolezza, né politici corrotti né magistrati ciechi e neppure la violenza delle armi!
La gente si indigna nel mondo: la coscienza si sta elevando e prima o poi si avrà una massa critica. L’intervento del magistrato torinese è stato efficace anche sotto questo aspetto e lo ringraziamo.
Federico Calderaro (Classe 5°Assas - Istituto professionale “ Lanino”)
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