Letteratura
7 Novembre 2022 16:02
E’ l’ora della rivoluzione e la storia di Rebecca e di Adam, che ci ha tanto appassionato nella prima parte del romanzo, continua ed è un’esplosione di colpi di scena, di nuove situazioni che portano i due giovani a crescere, a maturare, a innamorarsi, a capire l’importanza di essere e non apparire. Cadono le maschere, si scoprono fragilità che sono sinonimo di umanità.
In questo nuovo libro della scrittrice Laura Macaluso restiamo avvinti a una storia che cattura il lettore, lo fa sognare , lo porta tra adolescenti pronti a spiccare il volo verso il futuro con la consapevolezza che il passato ci appartiene e ci lega ad affetti, valori e tradizioni. Bravissima Laura che ci riporta a Miracle Beach , a condividere le vicende dei protagonisti al termine di un ciclo della vita, alla fine del liceo che segna inesorabilmente un momento di riflessione sulle scelte da compiere.
“Conosci te stesso” per compiere delle scelte, per vivere emozioni, per dare alla propria vita una svolta, delle priorità proprio in un momento di passaggio, al termine di un percorso di studi. Conoscere se stessi per affrontare momenti, per comprendere la direzione della propria vita è fondamentale per districarsi nei meandri dell’esistenza. Laura dà vita alla storia dei suoi personaggi con pennellate che colorano le vicende con toni delicati, intensi, a volte cupi a seconda delle situazioni.
“L’anno in cui tutto è cambiato” è un romanzo di formazione in cui i protagonisti e non solo vanno alla ricerca e alla scoperta del proprio posto nel mondo, anche attraverso rinunce, addii, perché “ogni giorno, anche inconsapevolmente, siamo costretti a imparare a dire addio”. Il cambiamento è inevitabile, è “inarrestabile”, ma necessario per intraprendere il viaggio più importante per noi che si chiama “vita”. Complimenti a Laura Macaluso per averci fatto amare la storia di Rebecca, di Adam, della Wharton High ed è la sua storia che ci invita a guardare oltre le apparenze per scoprirci sempre adolescenti pronti a metterci in cammino non come “comparse”, ma come “protagonisti” della nostra esistenza.
Sabrina Campisi
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