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I dati Istat

Acqua: ancora troppa dispersione a livello nazionale

Il prelievo giornaliero è pari a 424 litri per abitante

Acqua rubinetto

Nel 2022 l’acqua dispersa nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile soddisferebbe le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno.

Sono i dati diffusi da Istat: l’Italia è terza in Europa, nel 2022, per il prelievo di acqua potabile per abitante. Le reti comunali di distribuzione hanno erogato ogni giorno, nel 2022, per gli usi autorizzati, 214 litri di acqua potabile per abitante (36 litri in meno del 1999). Nel 2021, il 21,8% della spesa per la protezione dell’ambiente è destinato ai servizi di gestione delle acque reflue. Nel 2020, il 19,0% della superficie agricola utilizzata è irrigato.

Nel 2022, il volume di acqua prelevata per uso potabile in Italia è pari a 9,14 miliardi di metri cubi, impiegati per assicurare gli usi idrici quotidiani della popolazione, ma anche di piccole imprese, alberghi, servizi, attività commerciali, produttive, agricole e industriali collegati direttamente alla rete urbana, nonché le richieste pubbliche (scuole, uffici pubblici, ospedali, fontanili, ecc.).

Il prelievo giornaliero di 25,0 milioni di metri cubi, pari a 424 litri per abitante, è reso possibile da una fitta rete di approvvigionamento, sviluppata in base all’ubicazione dei corpi idrici, alle esigenze idriche locali, alla performance del servizio e alle condizioni delle infrastrutture di trasporto dell’acqua.

Sul territorio ci sono circa 37.400 fonti di approvvigionamento attive per gli usi idropotabili, mediamente 12 ogni 100 km2.

Continua il calo, seppur modesto, dei prelievi di acqua per uso potabile

Nel 2022, prosegue la lenta e modesta contrazione dei volumi prelevati registrata a partire dal 2018. Nonostante il volume prelevato si sia ridotto dello 0,5% rispetto al 2020 (-4% rispetto al 2015), l’Italia si riconferma - da oltre un ventennio - al primo posto nell’Unione europea per la quantità, in valore assoluto, di acqua dolce prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei (escludendo quindi i prelievi da acque marine). Tra i Paesi Ue27 dell’area mediterranea, l’Italia è tra quelli che utilizzano maggiormente acque sotterranee, prelevate da pozzi e sorgenti, per soddisfare le richieste idropotabili della popolazione. Nel 2022, il maggiore prelievo di acqua per uso potabile avviene nel distretto idrografico del Fiume Po: 2,80 miliardi di metri cubi (30,7% del totale nazionale), segue il distretto idrografico dell’Appennino meridionale (2,32 miliardi di metri cubi d’acqua per uso potabile, 25,4% del volume nazionale).

L’erogazione giornaliera pro capite di acqua potabile è mediamente più elevata nei comuni del Nord e massima nel Nord-ovest (251 litri per abitante al giorno), che presenta un significativo differenziale regionale (dai 232 litri per abitante al giorno del Piemonte ai 419 della Valle d’Aosta/Vallée d'Aoste, regione con il valore più elevato). La presenza di fontanili nei centri urbani, soprattutto nelle zone di montagna, può dar luogo a erogazioni considerevoli, sebbene nel 2022 alcuni gestori abbiano dichiarato di averli tenuti chiusi per una parte dell’anno a causa dell’emergenza idrica in atto.

Nel 2022, il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua è pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,4% dell’acqua immessa in rete. L’indicatore è in leggerissima risalita rispetto al 2020 (quando era al 42,2%), a conferma del persistente stato d’inefficienza di molte reti di distribuzione.

Nel 2023, le famiglie che dichiarano di non fidarsi a bere l’acqua di rubinetto sono il 28,8%. Nel 2023, la quota di persone di 11 anni e più che consuma almeno mezzo litro di acqua minerale al giorno è pari all’81,8% ed è sostanzialmente invariata rispetto al 2022

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